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La donna in bianco é uno dei libri più belli che abbia mai letto. Settecento pagine dalla narrazione magistrale e dall’intreccio sapientemente ordito, una splendida sorpresa a mio parere. Pubblicato nel 1860 a puntate sulla rivista “All the Year Round” di Charles Dickens, La donna in bianco si presenta come un giallo il cui mistero viene svelato dal susseguirsi di testimonianze scritte dai personaggi principali e secondari; un espediente decisamente interessante oltre che coinvolgente. Contrariamente a quanto si possa pensare, la scelta narrativa adottata da Collins non confonde il lettore e la sua penna rende tutto scorrevole e leggerissimo. È tutto ben architettato in questo libro. Ogni dettaglio -anche il più superfluo- trova una sua ragione, nulla si rivela inutile. L’introspezione psicologica riservata ai personaggi è impeccabilmente gestita e, nel bene o nel male, tutti rivelano complesse e differite sfaccettature. C’è chi spicca per la propria bontà d’animo come Walter Hartright, chi per la propria avidità, chi per il proprio fare camaleontico come il Conte Fosco. Non è difficile cogliere nell’ironia di cui l’autore si serve, una marcata critica verso la condizione della donna nell’Ottocento e la mette in luce contrapponendo in più di un’occasione due delle figure da lui create: Marian, anticonvenzionale, dal carattere forte e determinato, dall’intelligenza spiccata e sempre fedele a se stessa, contro Madame Fosco; suo esatto opposto, verso la quale Collins riversa tutto il suo disappunto. Se cercate una storia misteriosa, avvincente, intricata e che vi regali un susseguirsi di intense sensazioni, con questo libro andate sul sicuro.
L’avvocato e scrittore Wilkie Collins diede vita a questo imperdibile romanzo e lo pubblicò a puntate tra il 1859 ed il 1860. È stato il primo componimento narrativo ad essere definito sensational novel per la ricchezza di colpi di scena e suspense che non vengono mai meno nel corso di tutta l’opera. Le vicende narrate scaturiscono dall’incredibile somiglianza tra due affascinanti gentildonne all’apparenza sconosciute. La forza dell’opera sta nella caratterizzazione dei personaggi tra i quali spiccano il Conte Fosco e Marien Halcombe. Il conte si contraddistingue per la dicotomia di spirito: alla malvagità e alla perfidia sono contrapposti un’erudizione ed una mansuetudine che riescono a suscitare un certo fascino persino nei suoi acerrimi nemici. Marien è, invece, una delle prime "donne forti" in letteratura che si ribella al maschilismo imperante nella società vittoriana e si batte con tutte le sue forze per tutelare le donne e la loro libertà. Una delle figure più affascinanti dei romanzi di metà/fine Ottocento per la forza d’animo, la determinazione e la generosità che la rendono una vera e propria eroina.
Bellissimo romanzo. Spero che in futuro rivengano pubblicati tutti quelli ormai fuori catalogo e ormai introvabili...
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