La prosa di Gombrowicz non è certamente di facile lettura ma non per questo bisogna negarsi l'occasione di leggerlo. Azzeccatissima la scelta di raffigurare le opere del suo amico pittore Witkacy sulle copertine di tutti i suoi libri stampati in questa collana. In questa opera molto osteggiata in patria si denotano fin dalle prime pagine alcune non troppo velate critiche al proprio popolo. Anche se lo stesso autore dichiara che questa'opera , scritta durante la lunga permanenza in Argentina , tratti il rapporto che ogni cittadino ha con la propria nazione di appartenenza , a me personalmente verrebbe da definirlo " scritto da un Polacco per i Polacchi " dato che ci sono molti riferimenti sarcastici dietro i quali si celano le sue accuse , ma non è sempre facile per un lettore capire a cosa esattamente si stia riferendo , a meno di conoscere molto bene quella nazione e la sua storia. Tra le tante allusioni io ho intravisto l'incapacità , volontaria o meno , di prendere una posizione netta , l'eccessivo orgoglio , la prevalenza di interessi personali che impedisce di fare fronte comune contro lo stesso nemico , temi scottanti e scomodi che , considerata l'ambientazione durante l'invasione nazista , aiutano a comprendere perchè questo autore e questo suo libro in particolare abbiano incontrato tanti attriti.
Trans-Atlantico
«Salpate, navigate, Compatriotti, verso la Nazione vostra! Affinché con il Martirio suo martirizzi voi, i Figli vostri e le mogli, fino alla Morte, all'Agonia, affinché lei stessa agonizzando nell'agonia della propria Demenza vi renda Dementi e Indemoniati.» Gombrowicz salpa con il transatlantico Chrobry e dalla Polonia approda a Buenos Aires. Scoppia la Seconda guerra mondiale e lui decide di non tornare in patria, di non arruolarsi e andare a morire al fronte insieme alla gioventù polacca. Inizia a frequentare la comunità dei suoi compatrioti, ma quando deve scegliere se schierarsi con loro o con gli argentini, con i padri o con i figli, con il vecchio o con il nuovo, con la patria d'origine o quella di adozione opta per quest'ultima, mandando a gambe all'aria tradizioni e appartenenza. "Trans-Atlantico" è, nelle parole di Gombrowicz stesso, «l'opera più coraggiosa che io abbia mai scritto»; è «una nave corsara che contrabbanda un forte carico di dinamite» e vuole far saltare in aria i sentimenti nazionali, vivi nel XX come nel XXI secolo, è «un tentativo di psicoanalisi nazionale», la richiesta di una revisione profonda del rapporto tra uomo e patria. Di più, Trans-Atlantico è un attacco irridente e feroce alla mentalità conservatrice, al perbenismo, agli stereotipi e alle convenzioni, insomma a tutte le zavorre che opprimono i giovani e chiunque propugni rinnovamento e libertà. È un romanzo che è satira, critica, trattato, divertimento, assurdità, dramma e resa dei conti finale. È l'opera più ironica e iconoclasta di uno degli autori più geniali ed eterodossi che il Novecento abbia conosciuto. Postfazione di Francesco M. Cataluccio.
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Anno edizione:2019
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alessio bosic 01 dicembre 2017
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