La luce, la natura e la spiritualità in Dante - Giuseppe Giacosa,Giuseppe Zuccante,Alessandro Chiappelli - copertina
La luce, la natura e la spiritualità in Dante - Giuseppe Giacosa,Giuseppe Zuccante,Alessandro Chiappelli - copertina
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Letteratura: Italia
La luce, la natura e la spiritualità in Dante
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Descrizione


Giuseppe Giacosa, Giuseppe Zuccante e Alessandro Chiappelli, filosofi e letterati di fama, affrontano tre temi poco dibattuti del pensiero di Dante, in particolare nella Divina Commedia: la natura, la luce e la spiritualità. Giuseppe Giacosa parla di "luce" nella Divina Commedia, in altre parole di "ciò che illumina e rende visibili le cose", mostrando "l'ascensione graduale nella luce in tutto il poema". Giuseppe Zuccante in relazione alla natura, dimostra «quant'egli [Dante] abbia attinto da quel maestro di color che sanno» [cioè Aristotele] e dalle elaborazioni successive del pensiero di questi, rivelando come con Dante inizia a manifestarsi non solo «un concetto nuovo della natura [ma]; sovrattutto un sentimento di essa, quale non era negli antichi». Alessandro Chiappelli, da parte sua, rileva la «centralità, nella Commedia, dell'elemento etico-religioso, la pienezza della sua umanità, la sua, per così dire, universalità spirituale», dimostrando «la modernità o la vitalità della parola religiosa di Dante», a prescindere dal suo legame con il cattolicesimo. Tre saggi che completano la conoscenza di un autore la cui opera è ricca di significati e ancora oggi di grande attualità.

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Dettagli

Libro universitario
158 p., Brossura
9791280521095

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Foto di Giuseppe Giacosa

Giuseppe Giacosa

(Colleretto Parella, oggi Colleretto Giacosa, Torino, 1847-1906) commediografo italiano. Ottenne il primo successo della sua fortunata carriera con Una partita a scacchi (1873), commedia in versi di argomento medievale che seguiva schemi tardoromantici. Agli stessi anni risalgono alcuni «proverbi drammatici» che incontrarono anch’essi i favori del pubblico (Non dir quattro se non l’hai nel sacco, 1873). Mentre si affermava come giornalista (nel 1901 divenne direttore della rivista milanese «La Lettura»), G. venne avvicinandosi al naturalismo, volgendosi all’analisi della società regionale italiana: in questa direzione rappresenta un felice risultato il libro Novelle e paesi valdostani (1886). Dall’adesione ai moduli naturalistici nascono anche le sue commedie più significative: Tristi amori...

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