(Colleretto Parella, oggi Colleretto Giacosa, Torino, 1847-1906) commediografo italiano. Ottenne il primo successo della sua fortunata carriera con Una partita a scacchi (1873), commedia in versi di argomento medievale che seguiva schemi tardoromantici. Agli stessi anni risalgono alcuni «proverbi drammatici» che incontrarono anch’essi i favori del pubblico (Non dir quattro se non l’hai nel sacco, 1873). Mentre si affermava come giornalista (nel 1901 divenne direttore della rivista milanese «La Lettura»), G. venne avvicinandosi al naturalismo, volgendosi all’analisi della società regionale italiana: in questa direzione rappresenta un felice risultato il libro Novelle e paesi valdostani (1886). Dall’adesione ai moduli naturalistici nascono anche le sue commedie più significative: Tristi amori (1887), I diritti dell’anima (1894), Come le foglie (1900). Le doti principali del G. maturo sono la solidità dell’impianto scenico, la semplicità antiletteraria dei dialoghi, l’acuta percezione dei motivi di crisi del costume contemporaneo; un suo limite è rappresentato invece dal patetismo, su cui solo a volte riesce ad affermarsi un senso di robusta moralità di stampo borghese, basata su valori quali l’onore, inteso come principio di responsabilità personale, e il lavoro perseverante e coraggioso. In collaborazione con L. Illica, G. fu anche autore di libretti per G. Puccini (Bohème, 1896; Tosca, 1899; Madama Butterfly, 1904).