“Il filosofo Jaspers parlava de La malattia dell’ostrica. Ovvero, noi dell’ostrica apprezziamo la perla, pensiamo sia bellissima, ce la mettiamo addosso pensando che ci faccia più belle, più belli. Tuttavia ci dimentichiamo che la perla è la reazione di un’ostrica malata alla malattia. Senza ostrica malata, niente perla. Stessa cosa avviene per i capolavori della letteratura. Ci dimentichiamo che, senza la malattia psichiatrica della scrittrice o dello scrittore non ci sarebbe mai il capolavoro.” (Claudio Morici) Quanti degli scrittori che amiamo, i cui romanzi ci piace dire “ci hanno salvato la vita”, hanno brutalmente dato fine alla propria, o hanno lungamente sofferto di disagio psichico, più o meno grave, o hanno distrutto sé stessi perdendosi nell’abuso di alcool, droghe, esperienze estreme? Quanti di loro hanno scelto di ritirarsi dal mondo in altro modo, di non scendere a patti con le convenzioni sociali, divenendo eremiti insofferenti al prossimo…eppure accarezziamo le copertine delle loro opere con gratitudine, sentendone il contenuto così vicino al nostro sentire più intimo. Per tantissimi grandi scrittori – e poeti – l’arte era una necessità ossessiva, era ciò che sentivano di aver bisogno di fare, anche se contribuiva magari ad aggravare le loro condizioni già precarie. Ma da quelle menti disconnesse sono nati capolavori che facciamo studiare nelle scuole, o che scegliamo come confidenti dei nostri turbamenti interiori. Claudio Morici, scrittore, attore, con una solida formazione in psicologia, sta portando in giro per l’Italia uno spettacolo divertente e toccante, di 70 minuti circa che si intitola, appunto, La malattia dell’ostrica. Il libro è il testo dello spettacolo con qualche minimo dettaglio in più, per cui se non riuscite ad andare a vederlo dal vivo, potete comunque ritrovarlo sulla carta, e soprattutto integrare con il delizioso podcast che trovate su Spotify e su tutte le piattaforme principali. ❤️🤩
La malattia dell'ostrica
Una notte Claudio Morici viene svegliato dal figlio per parlare di dove si finisce quando si muore. Gli comunica di voler diventare scrittore, come lui, anzi come Michael Ende. Solo che la vita di Ende più che ricordare La storia infinita è stata la sfiga infinita. Da qui prende il via una ricerca appassionata ed esilarante sulle vite scrittrici e scrittori, una specie di indagine: Che facevano? Chi frequentavano? Quando scrivevano? Dove abitavano? Quindi Ende, Pavese, Celan, Woolf, Salgari, Levi, Vonnegut, Rosselli. Morici scrive un libro capace di raccontarci i grandi autori che amiamo e pensavamo di conoscere.
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Editore:
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Anno edizione:2024
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In commercio dal:18 ottobre 2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Neba 31 dicembre 2024Una acuta tragicomica riflessione sulla creatività nell'anomalia
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Ernest 30 dicembre 2024Una Scoperta
Claudio Morici è stato una scoperta in positivo. La sua capacità di descrivere il quotidiano della paternità passando anche attraverso la vita di artisti “maledetti” riesce a tenere incollato alle pagine di questo libro. Le cose meravigliose spesso emergono da vite difficili, da donne e uomini dimenticati, messi agli angoli delle strade. Da scoprire assolutamente.
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