Mektoub, My Love, primo capitolo di una trilogia, è la storia di Amin, giovane tunisino-francese che, nell'estate del 1994, torna nella sua città natale dopo un periodo trascorso a Parigi, la città dalle grandi promesse. Amin abbandona gli studi di medicina per rincorrere il suo sogno, fare lo sceneggiatore. Ma nel frattempo trascorre l'estate con gli amici di infanzia, nel luogo dove tiene radici, casa, famiglia. È tornato per stare con Ophelie, amica di infanzia e suo sogno segreto. La trova a letto con il cugino, mentre lei è promessa sposa di un giovane impegnato nella guerra del golfo. Così è la vita, qualcuno più tardi suggerirà che è naturale, che bisogna farsi forza e andare avanti come si può. Il regista decide di raccontare e di raccontarsi attraverso le vicissitudini di un gruppo di giovani. Non c’è un narratore, una mente che dirige, la telecamera si limita a riprendere i personaggi senza interferire. Al regista non sembra interessare la morale dei giovani, che semplicemente cercano di divertirsi, di socializzare, di sperimentare, di essere protagonisti del loro tempo, e di tornare a casa con qualche bella esperienza, ricordo. Il protagonista sembra innamorato dell’amore, più che di una persona, e il regista lo segue e lo ritrae nella sua ricerca dell’ineffabile di soddisfare un desiderio inappagabile. Amin si tiene il meglio di sé per sé stesso e, mentre gli altri si concentrano sulla relazione e su ciò che può derivarne, luisi ritira dal frastuono che lo circonda per riflettere, osservare, scattare fotografie, osservare la vita. Anche quando potrebbe andare oltre e realizzare il suo desiderio si sofferma, tentenna, rifiuta. Amin preferisce ritrarre la vita, anziché viverla, preferisce osservare e fotografare le persone, piuttosto che frequentarle. la vita è tutto ciò che ci accade mentre pensiamo ad altro ed è esattamente quello che succede ad Amin che nella continua ricerca dell’ideale finisce per perdersi tutto ciò che di buono gli capita.
