Camilleri sempre una garanzia, anche in questo volume non si smentisce.
Il metodo Catalanotti
Mai come in questo libro Camilleri inventa storie e personaggi e li fa recitare fra le quinte di un teatro di cui è lui il regista. E noi assistiamo alla messinscena che è dramma e commedia insieme.
«Fra argute intemperanze e astuzie varie, Montalbano riafferma le sue qualità rabdomantiche che lo fanno archeologo di trame sepolte e di esistenze nascoste, oltre che sottile e lucido analista di quella “matassa ’ntricata che è l’anima dell’omo in quanto omo”» - Salvatore Silvano Nigro
«Andrea Camilleri ha sfatato una maledizione nazionale. Quella descritta da Umberto Saba con sette parole pesanti come macigni “La letteratura italiana sono secoli di noia”» - Antonio D’Orrico, La Lettura, Corriere della Sera
Questa volta Mimì Augello se la vede brutta: nella casa dell’amata di turno rientra inaspettatamente il marito; così Mimì è costretto a calarsi dalla finestra per salvare pelle e reputazione. Da un pericolo all’altro: nell’appartamento del piano di sotto dove ha cercato riparo, nel buio intravede un corpo steso sul letto, completamente vestito e irrigidito dal gelo della morte. Di un morto ammazzato ritrovato sul letto viene informata la polizia, solo che non si tratta di quel morto, perché è in tutt’altra casa, anche lui con l’abito buono. Come può essere accaduto? E che ne è stato dell’altro cadavere? Perché tutta la scena del crimine ha qualcosa di strano che sa di teatro? Parte da questo groviglio la nuova indagine di Salvo Montalbano, ed è proprio il teatro il protagonista del romanzo; la vittima, Carmelo Catalanotti, aveva una vera passione per le scene e dedicava tutto il proprio tempo alla regia di drammi borghesi. Si era anche inventato un metodo personalissimo per mettere gli attori in condizione di recitare: affrancarli dai loro complessi, aiutarli a liberare le emozioni, una vera e propria operazione di scavo nelle coscienze. Catalanotti conservava scrupolosamente annotazioni e commenti su tutti i potenziali attori con cui veniva in contatto, oltre che appunti di regia e strani quaderni pieni di cifre e di date e di nomi… Il commissario Montalbano spulcia tutti i dossier di Catalanotti, i testi teatrali ai quali lavorava, le note sui personaggi e soprattutto il dramma che stava per mettere in scena, Svolta pericolosa. Poco a poco si lascia coinvolgere dall’indagine e dalla nuova responsabile della scientifica, Antonia, che sul commissario ha l’effetto di una calamita. Sarà proprio il teatro a fargli trovare la soluzione del doppio cadavere.
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Anno edizione:2018
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Noneno 27 maggio 2025Garanzia
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sinopoli58 04 gennaio 2025magico
camilleri è montalbano la sua integrità ,la sua siciianità ,l'onestà e la cultura anche in questo racconto svela tutto ma si fà leggere fino in fondo aspettando di iniziarne un'altro.Grazie maestro
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Club del "Giallo zafferano" 30 dicembre 2024Capolavoro dialettale
Ciò che emerge prepotentemente in Il metodo Catalanotti è l’uso del dialetto siciliano, elemento che ha sempre caratterizzato i romanzi di Camilleri. Se da un lato il dialetto contribuisce a definire l’atmosfera e a radicare la narrazione nel contesto culturale e geografico della Sicilia, dall’altro in quest’opera sembra raggiungere un livello tale da ostacolare l’accessibilità per una parte del pubblico. Le battute e i dialoghi, spesso infarciti di termini dialettali e costrutti idiomatici, possono risultare difficili da comprendere per chi non abbia familiarità con il siciliano, rischiando di interrompere il flusso narrativo. Questo "eccesso" linguistico, se così vogliamo definirlo, porta con sé un doppio effetto: da un lato un fascino autentico e irresistibile per i lettori che amano immergersi nella specificità culturale dell’isola, dall’altro una barriera per chi si trova disorientato da termini e frasi non immediatamente decifrabili. È evidente che Camilleri scriva con amore per la sua terra e per il suo idioma, ma in questo romanzo in particolare, l’equilibrio tra dialetto e lingua italiana sembra pendere eccessivamente verso il primo, rischiando di alienare una parte del suo pubblico.
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