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una lettura piacevole e scorrevole... storia e romanzo ben amalgamati in una trama avvincente che strappa anche sorrisi. ora ho voglia di leggere i suoi gialli della serie BarLume
Malvaldi è in gamba anche in un giallo ‘storico’ ambientato nel 1493 (quasi milleccinque). Non perde mai la sua tipica e piacevolissima cifra umoristica.
Ho scoperto Malvaldi con i vecchietti toscani dei delitti del barlume che mi erano piaciuti molto. Anche in questo libro l'autore mantiene la sua ironia ed usando un dialogo diretto tra narratore e lettore, fa emergere il contrasto tra il periodo storico raccontato e l’attualità del linguaggio moderno e getta qua e là termini come internet o influencer, sondaggi o statistiche. Nel complesso, La misura dell’uomo è un romanzo di piacevole e di scorrevole lettura, dove si sorride anche. A mio avviso, però, Malvaldi si è concentrato troppo sulla parte storica e forse troppo poco sulla vicenda gialla vera e propria. Forse ha voluto mettere troppa carne sul fuoco, come del resto troppi sono i personaggi che compaiono nella vicenda, creando confusione e obbligando il lettore a ricorrere costantemente all’elenco dei nomi riportato nelle prime pagine del libro. A mio avviso di veramente riuscito in questo libro c’è il tentativo di Malvaldi di avvicinare ai giorni d’oggi il Rinascimento, utilizzando un linguaggio attuale, ammiccando al lettore. C’è la figura di Leonardo da Vinci, descritto come ci si immagina che un genio debba essere: un po’ sognatore, un po’ perso nei propri pensieri, con qualche vezzo (la veste rosa, il non mangiare carne, gli uccellini che compra per poi far volare via), il suo essere schietto a prescindere dalla conseguenze (come quando afferma che la menzogna, o l’invenzione, rende l’uomo simile a Dio). È un romanzo che sicuramente piacerà agli amanti di Malvaldi, ma nel quale gli amanti del giallo storico in genere potrebbero trovare dei punti di debolezza. Vale comunque la lettura.
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