Germi

È il primo disco completamente in italiano della band, sede di anarchiche sperimentazioni cut-up di matrice borroughsiana che producono liriche non immediate. Difficilmente catalogabile, "Germi" è per alcuni aspetti un disco di transizione, la cui caotica inquietudine sta per trovare di lì a due anni definitivo compimento. Nel 1995 esce "Germi", seme nero e lento a cui il gruppo approda con una carica violentissima che irrompe tra squarci rumorosi e taglienti (“Germi”, “Vieni Dentro”), aperture melodiche (“Dentro Marilyn”), e pesanti virate intrise di noise (“Nadir”, “Ho Tutto In Testa Ma Non Riesco A Dirlo”).

A mio modo di vedere il miglior album degli Afterhours, per distacco su tutti gli altri. Energia allo stato puro, forse la stessa di tutti gli altri album messi insieme. Il loro primo album in lingua italiana, con tantissimi cut-up, tecnica che contraddistingue gli After e soprattutto Agnelli. I testi delle canzoni sono incredibili, a volte surreali, semplicemente perfetti. In mezzo anche la cover di "Mio fratello è figlio unico", bellissimo omaggio a Rino Gaetano. La cosa più bella dell'album però è la sonorità e lo stile, difficilmente definibile in un quadro preciso, è per questo che lo ritengo il loro migliore lavoro. Direi che dopo anni lo riascolto sempre come se fosse la prima volta, perché la carica e l'energia che trasmette sono uniche.