Martina Franca, 2013Nel segno di un rinnovato interesse verso il comico, almeno per la scelta delle opere inaugurali, l’edizione 2013 del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca recupera, in prima assoluta in tempi moderni e in forma scenica, una creazione tarda di Leonardo Leo, la commedia pastorale in tre atti L’ambizione delusa, libretto di Domenico Canicà, rappresentata per la prima volta al Teatro Nuovo sopra Toledo (al Montecalvario) di Napoli nel 1742, ma composta due anni prima, quando il musicista pugliese era ancora in predicato di diventare primo maestro al Conservatorio della Pietà dei Turchini. A fronte di un plot da commedia agreste e molto piacevole, abbiamo davanti una partitura davvero bellissima, ricca di melodie meravigliose e originali, cui Leo affianca un accompagnamento in contrappunto, più che una armonizzazione, in cui riluce la grande perizia che il maestro pugliese aveva da tempo acquisito. La musica, a ben guardare, non procede sempre per arie movimentate e allegre, come un libretto così congeniato lascerebbe supporre, ma lascia invece ampi spazi a quell’elemento che in tempi passati sarebbe stato definito patetico, cioè a espressioni musicali più dispiegate e distese, costruite spesso in tonalità minore, correlate a momenti, sicuramente meditativi, in cui il personaggio sente il bisogno di mettere a parte il pubblico delle proprie emozioni più segrete e riservate. Questo è evidente soprattutto per alcuni personaggi, come i contralti Silvio e Foresto, per i quali la partitura prevede esclusivamente ruoli eroico-sentimentali, mentre per i due protagonisti principali sono previste in egual modo arie dell’uno e dell’altro tenore.
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