Felix Mendelssohn (1809-1847): Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64; Musiche di scena da Sogno di una notte di mezza estatePer questo nuovo disco dedicato alla produzione orchestrale di Felix Mendelssohn la City of Birmingham Symphony Orchestra e il suo principale direttore ospite Edward Gardner possono contare sull’apporto della bravissima violinista Jennifer Pike, che nel 2015 ha fatto il suo esordio alla Carnegie Hall, ottenendo un vero e proprio trionfo. La Pike esegue il Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64, la celebre opera che tredici anni fa l’ha accompagnata nel suo debutto concertistico, quando divenne la più giovane vincitrice di sempre del prestigioso BBC Young Musician of the Year Award. Il suo primo disco pubblicato dalla Chandos (comprendente sonate per violino e pianoforte di César Franck, Claude Debussy e Maurice Ravel; CHAN10667) venne salutato dal critico di Classic FM come «uno dei più straordinari dischi di artisti esordienti usciti nel corso degli ultimi anni». Con ogni probabilità, le opere di Mendelssohn sono più apprezzate ed eseguite oggi di quanto non lo siano mai state durante la sua breve esistenza. Nonostante questo, c’è ancora qualcuno che imputa al compositore tedesco il fatto di avere almeno in parte tradito le altissime aspettative che avevano fatto sbocciare i suoi capolavori della sua miracolosa giovinezza, primi tra tutti l’Ottetto, portato a termine all’età di appena sedici anni, e l’ouverture da concerto al Sogno di una notte di mezza estate, composta l’anno seguente. Questo splendido disco contiene due delle opere più emblematiche dell’ultima fase creativa di Mendelssohn, che hanno tutte le carte in regola per confutare una volta per tutte queste critiche assurde, vale a dire le musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate, un vero capolavoro scritto nel 1843, nel quale il compositore tedesco seppe ricreare – e addirittura amplificare – la stupefacente magia sonora dei suoi anni giovanili, e il Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 del 1844, che da oltre un secolo e mezzo è considerato tra i massimi capolavori della letteratura orchestrale ottocentesca.
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