Questo libro appartiene ai grandi classici. È tratto da una storia vera, la vita di Nanà che inizia con la sua entrata nell’altà società facendo uno spettacolo teatrale in cui lei è la protagonista: la Grande Venere. Nanà proviene dai quartieri bassi e sudici. La sua famiglia è povera, ma lei ha grandi ambizioni e poca voglia di lavorare. Si guadagna da vivere vendendo il suo corpo; prima sui marciapiedi, poi nella sua casa ai ricchi francesi. Un corpo ricco di forme, due grandi occhi celesti e capelli dorati. Ha fatto impazzire qualsiasi uomo, invidiata ma anche stimata dalle donne. In questo libro non si legge storie d’amore, ma la triste e cruda realtà nascosta tra bei vestiti e grandi ruoli. Dove alla fine lo sporco non era solamente tra la povera gente. Il libro mi è piaciuto. Ho faticato a cercare di riconoscere i personaggi, ma dopo un po’ ci sono riuscita. Le descrizioni sono nitide ed è facile ritrovarsi in ogni location sia con polvere, che con lampadari d’oro. È un viaggio introspettivo in quello che è il proprio tornaconto, dove la merce di scambio è corpo/soldi. Si scovano le debolezze sia della protagonista, lussuria, egocentrismo e degli sbalzi d’umore che la rendono molto capricciosa e sempre insoddisfatta. Inoltre il libro è diviso in due parti. Se nella prima parte riuscivo a tratti a provare pietà, nella seconda monta un segno di sdegno ma anche di ritrovamento non solo nella protagonista. Anche gli altri, dove tutti ruotano intorno a lei, hanno criticità ritrovabili e paragonabili ai tempi nostri. Nonostante sia un libro anni ‘90 è attualissimo, perché il concetto c’è ancora oggi e rimarrà sempre tra i più discussi. Non sono riuscita a trovare un lato positivo nel personaggio di Nanà, ho trovato molta più tenerezza nel Conte Muffat e tanta pena per Luigino. Ne potrei parlare per ore, ma non voglio fare spoiler. Penso che ci dovrebbe essere in ogni libreria tale libro. Da consigliare soprattutto alle neo donne, giusto per non perdere la propria dignità e moralità e non farsi influenzare da quello che spesso viene acclamato portando a avere soldi facili, si rischia di finire come Nanà: la mosca d’oro. Che pur essendo d’oro, è pur sempre una mosca.
Nanà
"Nanà" ha per protagonista una prostituta e per tema uno dei nuclei attorno a cui ruota l'intero progetto zoliano: la carne, ovvero la pulsione e la ricerca ossessiva del piacere. L'affresco orchestrato da Zola si basa, come sempre nello scrittore francese, su un lungo lavoro preparatorio fatto di interviste a prostitute vere e racconti di amici ben introdotti nell'ambiente galante. Pubblicato nel 1880, il romanzo riesce a descrivere dall'interno la vita del Secondo impero e il suo sistema dei valori. Nanà esibisce fin da subito una sorta di irrefrenabile propensione al vizio, che la porterà via via a rimorchiare sconosciuti, di ambo i sessi, nei ristoranti e per strada, anche una volta raggiunta la consacrazione nell'empireo delle mantenute di lusso. Ha più volte la possibilità di sposarsi e quindi di sistemarsi, ma sempre prende a calci le opportunità di redenzione sociale che le vengono offerte. Perché lei ama il vortice della vita e sente nascostamente l'impulso di dover trascinare con sé alla rovina quante più persone riesca della società decadente nella quale vive. Fra i grandi romanzi di Zola, "Nanà" è forse il più insinuante e indiscreto, sicuramente uno dei più noti e amati. Finalmente in nuova traduzione.
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Autore:
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Curatore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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miri 12 agosto 2025viaggio introspettivo
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Sfigatta24 27 luglio 2025Faticoso
Amo Zola ma questo libro non mi è piaciuto molto. Ho faticato a finirlo, non l'ho trovato scorrevole, a malincuore ammetto che volevo solo finirlo. In ogni caso il maestro Zola lo consiglio sempre.
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Concrete jungle 21 luglio 2025
Me ne sono innamorata già quando lo studiai al liceo!
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