Napoleone giornalista. Lungimirante ma interessato
Napoleone Bonaparte era un giornalista "a modo suo". Fu il primo uomo di governo a comprendere l'importanza dei mezzi di comunicazione, ma li usava in pratica come megafoni per la propaganda. Fondava giornali per amplificare l'eco delle sue imprese militari e dei suoi successi politici. Interveniva d'autorità per censurare quelli più autonomi e indipendenti, per ridurre al silenzio direttori e redazioni. Questo libro offre un altro aspetto di particolare interesse a tutti coloro che si occupano oggi di comunicazione in senso lato o di giornalismo in senso più stretto. E quindi a chi fa i giornali, di carta, radiotelevisivi oppure on line, e anche a chi li legge. L'autore ci riporta infatti ai tempi della Rivoluzione francese, quel crogiuolo di libertà e democrazia che segna l'inizio di una nuova stagione storica per la stessa libertà d'informazione: non a caso fra il 14 luglio della Bastiglia e la fine del 1799, in Francia circolavano circa duemila pubblicazioni, destinate poi a ridursi o a scomparire negli anni del Terrore. Prefazione di Giovanni Valentini.
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Anno edizione:2013
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