La nave faro - Mathijs Deen - copertina
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La nave faro
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Descrizione

Con umorismo e profondità letteraria, e uno stile e un'ambientazione che ricordano Conrad, Deen cattura l'eco tragica di questa nave che non può andare da nessuna parte, i cui membri dell'equipaggio sono ognuno a modo suo intrappolati nel proprio passato.

«Non era ancora estate, la prima settimana di giugno, eppure era già una giornata afosa e c'era foschia sulla nave faro Texel. Tutto fumava: il mare sotto il sole che picchiava, il ponte appena frettato al di là degli oblò aperti, lo stufato nei piatti dei motoristi e dei marinai.»


«Qui siamo tutti prigionieri», dicono i marinai della nave faro Texel, oppressi dal suo paradosso: perennemente ancorata al largo delle coste olandesi, non solcherà mai le onde né attraccherà in un porto straniero, ma come una fortezza contro gli uragani resiste sull'orizzonte piatto per indicare la via alle imbarcazioni in transito. A turbare l'equipaggio isolato, diviso tra la nostalgia di vecchie imprese da lupi di mare e il desiderio di fuggire da questa snervante immobilità, basta poco: un capretto. Il piccolo dalle pupille verticali e le corna appena abbozzate è portato a bordo dal cuoco Lammert, che vuole macellarlo per preparare il gule kambing, un piatto della sua infanzia nelle Indie Occidentali. Ma la presenza anomala è capace di scatenare negli uomini reazioni imprevedibili, soprattutto quando Mathijs Deen, con gusto narrativo quasi conradiano, fa calare sulla nave solitaria una fitta nebbia, creando tensione nell'equipaggio per il rischio di una possibile collisione, e nei lettori un effetto di attesa, l'inquietante presagio di un evento catastrofico. In questa atmosfera lunare, lacerata dall'urlo della sirena e dai bagliori del faro, la prosa duttile e precisa di Deen scava nei ricordi tormentati del febbricitante Lammert e nelle allucinazioni del marinaio Snoek, mettendo a nudo, non senza una punta di ironia, la fragilità della psiche umana, pronta a vacillare alla minima scossa: anche di fronte a un innocente capretto destinato a diventare un ottimo stufato.

Dettagli

13 aprile 2022
144 p., Brossura
Het lichtschip
9788870916515

Valutazioni e recensioni

  • LuigiAmendola
    Non aspettatevi un romanzo

    Direi che questo testo più che un romanzo sia un racconto lungo. Narra dell'equipaggio della nave faro "Texel". Ciascun gruppo di uomini fa ventotto giorni in mare seguiti da quattordici a terra. A uno dei gruppi che vi si alternano appartiene il cuoco, ciò che più si avvicina a un protagonista. È un uomo taciturno, che non dice molto di sé (e anche la caratterizzazione a mio avviso pecca in alcuni tratti). Cionondimeno, questo cuoco decide che, appena si reimbarcherà sulla "Texel" cucinerà un agnello secondo una ricetta indonesiana. Durante i giorni sulla terraferma egli si procura effettivamente un agnello e con la scusa di cucinarlo riuscirà a portarlo a bordo per ingrassarlo ancora e contravvenendo al regolamento. Gli uomini dell'equipaggio soffrono tutti la loro condizione di uomini in mare, senza che poi vadano realmente per mare. Si sentono prigionieri di quella nave faro, che di nave ha solo il nome perché è lì ancorata senza possibilità di muoversi. L'agnello costituirà per loro un diversivo, una piacevole stravaganza e nessuno di loro pensa al momento in cui dovrà essere macellato. Ma - aggiungendo un tassello al passato del cuoco, uno dei pochi in realtà - si scopre che egli soffre di una malattia tropicale contratta da bambino e annuncia che presto avrà una crisi tipica del suo male. Pertanto, deciderà di affidare la cucina ad un altro. Avrà una forte crisi e in preda al delirio tenterà di macellare la bestia, senza riuscirci. Un altro uomo dell'equipaggio (vittima di esaurimento nervoso) deciderà di dimezzarsi i dosaggi dei suoi psicofarmaci, con conseguenze nefaste in un episodio che risultera in climax di delirio e paura. La storia si interrompe e si chiude a terra, con uno dei ragazzi dell'equipaggio che riporta l'agnello alla fattoria dov'è nato, mentre il cuoco è stato ricoverato in ospedale per un aggravarsi del suo male. La storia poteva sviscerare a fondo il tema della solitudine in mare su una barca ferma, cosa che invece resta solo accennata.

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Foto di Mathijs Deen

Mathijs Deen

1962

È uno scrittore e giornalista, autore di programmi di storia per la radio olandese. Ha pubblicato numerosi romanzi e raccolte di racconti e di saggi. Tra le sue opere pubblciate in Italia si ricorda Per antiche strade (Iperborea, 2020).

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