La letteratura ecuadoriana moderna e contemporanea
Agli inizi del Novecento le influenze europee si rifrangono nei paesi dell’America latina in due filoni principali: nelle forme realiste del romanzo a carattere regionale, o nella narrativa a sfondo psicologico e ambientale, i cui romanzi si svolgono nei sempre più affollati centri urbani e si basano sullo studio dei personaggi con intenti sociali o psicologici. Al primo filone appartengono le opere di vari scrittori della corrente «indianista», tra cui gli ecuadoriani Jorge Icaza (1902-78) nelle cui pagine si trova una potente rappresentazione della misera vita degli indios e dei loro rapporti coi bianchi e coi meticci e José de la Cuadra (1903-41) uno dei maestri del racconto latinoamericano e sicuramente uno dei precursori del Realismo Magico. I suoi romanzi si accostano al «realismo sociale», così definito da de La Cuadra: «La missione della letteratura nel nostro paese consiste nel rendere evidente il marciume del regime sociale, denunciandolo davanti a noi stessi e al mondo. Con questo, la nostra letteratura collabora con efficacia all’opera di abolizione del suddetto regime e lotta per la rivoluzione sociale».
Da ricordare anche Demetrio Aguilera Malta (1909-81) scrittore, regista, pittore e diplomatico, membro del Gruppo Guayaquil degli anni '30; Pablo Palacio (1906-47), tra i massimi rappresentanti dell'avanguardia che nella sua opera descrive con umore caustico la lotta dell'essere umano contro una realtà minacciosa e asfissiante, oltrepassando il canone del suo tempo e creando un mondo narrativo fatto di tensioni psichiche, di figure umane al limite della teratologia, di profondo e sottile umorismo, di personaggi grotteschi. Curiosa la vicenda legata all’immaginario scrittore Marcelo Chiriboga, figura di fantasia creata da José Donoso e ripresa da Carlos Fuentes e altri autori come "personaggio mitico della letteratura ecuadoriana" per rappresentare la narrazione di quel paese, che non si inserisce nel filone di successo di altre letterature latinoamericane. Nel 2017 il cineasta Javier Izquierdo gli ha dedicato il documentario Un secreto en la caja in cui la sua figura veniva presentata con tutti i canoni della realtà.
«L’Ecuador è un paese letterariamente invisibile. Può essere affascinante scrivere dall’invisibilità, ma a volte uno si sente desolato, impotente», ha affermato nel 2005 Javier Vásconez, non tradotto in Italia, ma autore di molte opere narrative e vincitore del premio Romulo Gallegos.
Negli ultimi anni si sono affermate alcune voci femminili: Gabriela Alemán, María Fernanda Ampuero e Monica Ojeda, autrice del romanzo Mandíbula, secondo i critici tra i migliori del 2018.