Saramago e la letteratura contemporanea
Nel panorama letterario portoghese, dopo la rivoluzione dei garofani del 1974, varie tendenze si scontrano. La poesia surrealista riconosce come capiscuola Josè de Sena e Sophia De Mello Breyner Andresen, seconda donna a vincere il prestigioso premio Camões. La narrativa di fine Novecento ripercorre criticamente la coscienza storica del paese, elevando la memoria collettiva a strumento d’indagine del presente. Tra tutti si eleva il romanziere José Saramago . Autore di opere per certi aspetti allegoriche, Saramago di distingue nel tentativo di narrare le sue storie da prospettive piuttosto insolite e controverse, dando molta importanza al fattore umano dietro l'evento. La sua carriera culminerà nel 1998 con la vittoria del Premio Nobel per la letteratura. Altri autori da ricordare sono Vitorino Nemésio, per humor e sperimentalismo da sempre avvicinato allo stile di Pessoa, Hélder Macedo, oppositore del regime di Salazar, posizione che condividerà anche con José Cardoso Pires, celebre per la sua parodia del dittatore. Lídia Jorge, appartenente alla cosiddetta Generazione Post-Rivoluzionaria, Manuel Alegre, impegnato politicamente e membro del partito socialista, e più recentemente, José Luís Peixoto, Pedro Rosa Mendes, vincitore del Pen Club Prize, Pedro Chagas Freitas, lo scrittore dell’amore, e il prolifico romanziere António Lobo Antunes, considerato uno dei più importanti autori della letteratura portoghese contemporanea.
Dal realismo all’avanguardia portoghese
Dopo una breve parentesi barocca, dal Settecento si assiste a una sostanziosa influenza europea che porta la letteratura portoghese a confrontarsi con i temi dell’illuminismo e del romanticismo. Una nuova spinta innovatrice viene dunque dal cosiddetto «Movimento di Coimbra», formato da un gruppo di giovani romanzieri e poeti la cui attività sfocerà poi nel realismo. I principali esponenti del gruppo sono Antero de Quental (1842-91), e in particolare, il romanziere José Maria Eça de Queirós (1845-1900), autore di avvincenti affreschi sociali. Nel Novecento, accanto a una poesia fortemente realista, muove i primi passi una corrente più simbolista che porterà poi nel 1915, alla nascita, attorno a una piccola rivista, l’Orpheu, dell’avanguardia portoghese: da Mário de Sá-Carneiro (1890-1916), poeta e narratore che chiude con un suicidio una singolare avventura letteraria, fino ad arrivare al grande Fernando Pessoa (1888-1935), il maggior scrittore portoghese del Novecento e uno dei più singolari casi della letteratura europea del secolo per il gioco di spersonalizzazione col quale dava vita a diversi eteronimi, ognuno con uno stile diverso. Da ricordare anche il ruolo importante di Teixeira de Pascoaes, poeta, pensatore e filosofo di inizio secolo, fondatore del Saudosismo, movimento culturale e di pensiero che si centra sul concetto di Saudade, l'eterna nostalgia del non ancora vissuto.
L’età medievale
Fortemente legata alla letteratura brasiliana, con cui condivide lo stesso codice linguistico, e a quella galega degli inizi, la letteratura portoghese nasce in epoca medievale, attorno alla corte di Alfonso X il Saggio, Re di Castiglia e di Leon. I tre generi canonici coltivati sono quelli delle cantigas de amigo, di gusto popolare, in cui il tema principale dell’amore viene raccontato con un linguaggio semplice; delle cantigas de amor, sul modello trobadorico provenzale e francese; e delle cantigas de escarnho e de maldizer, satire brillanti di ambiente locale. Le prime liriche portoghesi sono raccolte in tre grandi antologie, i Canzonieri di Ajuda, della Biblioteca Vaticana e il Colocci-Brancuti. La prosa incomincia invece ad acquistare rilievo a partire dal XV secolo, andando di pari in passo con il processo d’indipendenza del regno. Si tratta infatti soprattutto di componimenti a carattere storiografico, tra cui ricordiamo le opere di Fernão Lopes (ca 1390-1460), cronista di corte. La storia e lo spirito patriottico resteranno tema centrale della letteratura portoghese, specialmente a seguito delle imprese coloniali seicentesche e della lotta per mantenere l’indipendenza - materia intervallata dall’excursus dell’epica cavalleresca nel Cinquecento.