Il libro è ricco di argomenti che favoriscono una riflessione personale e profonda su molti atteggiamenti della vita di una persona. Difficile nella lettura in quanto richiede una volontà interiore nel leggerlo mettendolo a confronto con i propri atteggiamenti di vita.
«Nessun uomo è un'isola», titolo ripreso da un passo di John Donne, vuole significare che ogni uomo, per L'amore di Dio vivente e operante in lui come in ogni altro essere umano, non è solo, ma è parte di tutta l'umanità. Merton ritorna a noi in queste pagine più grande perché più umile. Ritorna, dopo circa un decennio di vita monastica, il Merton della «Montagna dalle sette balze»: colloquiale, umanissimo, in grado di «dividere con ogni uomo i frutti della contemplazione».
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Anno edizione:1998
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Aurelio Marinelli 06 aprile 2016
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Michele Calabrò 05 novembre 2014
Tutti da leggere
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Francesca Terranova 20 agosto 2014
Il tiolo del libro, come viene spiegato dall'A. nel prologo alla sua opera, è tratto dai notissimi versi di John Donne: "Nessun uomo è un'isola, in sé completa: ognuno è un pezzo di un continente, una parte di un tutto". L'A. affronta nel libro molteplici tematiche che ruotano tutte intorno a un problema di fondo: in cosa consiste l'amore? Che caratteristiche ha l'amore umano e che caratteristiche ha quello divino? Come entrare in un contatto sempre più intimo con Dio e se stessi? Indubbiamente, il testo è più facilmente comprensibile (e accettabile) per chi si trova già in una prospettiva di fede (nel Dio cristiano) o è comunque in cammino. Ritengo che a un ateo, specie per scelta, potrebbe risultare più ostico... tuttavia è un libro che lascia aperte molte vie e che aiuta a interrogarsi su molti aspetti della propria umanità. L'idea, per limitarmi a un solo esempio (che non vuole tuttavia ridurre la complessità del testo), espressa dall'A. che l'amore cresce esponenzialmente quanto più lo si dona, e quanto meno lo si trattiene per sé va al di là dell'insegnamento cattolico ed è condivisibile anche da chi cattolico non è. Scrive, a tal proposito, l'A.: "Nella soddisfazione del proprio egoismo vi è una gioia momentanea ed effimera che ci porta sempre alla sofferenza perché ci rimpicciolisce ed offusca lo spirito. La felicità vera si trova nell'amore disinteressato, in un amore che cresce quanto più si dona, e in questo donarsi non vi è mai fine...". Oltre alla tematica dell'amore, l'A. affronta anche il tema della sofferenza e del peccato in un modo tutt'altro che banale e scontato. Altre tematiche affrontate sono quelle del raccoglimento, del silenzio (anche di Dio), proprie delle pratiche contemplative. Consigliato a chi ha desiderio di contemplazione... e desidera contemperare il raggiungimento della pace e del silenzio interiore con la gioia del relazionarsi in modo disinteressato con gli altri.... alla ricerca di se stesso, anzitutto, e del volto dell'Altro/altro.
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