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Amante della libertà o pensatore maledetto. Uomo di Stato, fedele alla sua patria, o individuo senza scrupoli alla ricerca del potere. Chi è stato in effetti Niccolò Machiavelli?
«Ciliberto ci riconsegna un Machiavelli libero dalla camicia di forza della "modernità", distante anni luce dal "machiavellismo", finalmente capace di sprigionare l'energia che ripropone l'eterno dilemma tra realtà e volontà, ragione e "pazzia". Fortuna permettendo, s'intende» – Marco Bracconi, Robinson
«Ciliberto presenta il Segretario fiorentino immerso nella cultura del suo tempo e tuttavia capace di offrire un'immortale lezione di agire politico che non può essere confinata nell'angusta alternativa tra idealismo e realismo» – Carlo Altini, il manifesto
Niccolò Machiavelli è considerato uno dei più grandi teorici della ragione politica. In effetti è straordinaria la capacità con cui analizza le situazioni, i rapporti di forza, le alternative. Ma non è solo questo. È anche un visionario capace di sporgersi oltre le barriere dei canoni consueti, di vedere al di là delle situazioni di fatto, di proporre soluzioni "eccessive", straordinarie: appunto, «pazze». Non per nulla gli amici gli attribuiscono capacità profetiche, cioè di prevedere cosa sarebbe, infine, accaduto. Machiavelli condivide naturalmente il giudizio sulla pazzia come mancanza di senso della realtà, stravaganza, addirittura idiozia: fare le cose «alla pazzeresca», come dice nella Mandragola, gli è completamente estraneo. La "pazzia", però, può essere anche un'altra cosa: capacità di contrapporsi alle opinioni correnti, di rischiare il tutto per tutto inerpicandosi sul crinale che divide la vita dalla morte, di combattere affinché le ragioni della vita – cioè della politica, dello Stato – possano prevalere sulle forze della crisi, della degenerazione, pur sapendo che sarà infine la morte a prevalere sulla vita, perché questo è il destino di ogni cosa. Realismo e "pazzia": è in questa tensione mai risolta che sta il carattere non comune, anzi eccezionale, dell'esperienza di Machiavelli rispetto ai suoi contemporanei. Una pazzia totalmente laica e mondana, senza alcun contatto con la follia cristiana di Erasmo.
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