A volte non è necessario essere dei poeti per suscitare delle forti emozioni.La lettura di questo libro oggi più che mai la reputo importante.Noi saremo domani un po' meglio o un po' peggio quello che siamo stati ieri. Niente asilo politico è un libro che arriva dritto al cuore: non è solo la storia di quel console italiano poeta e sognatore che come lui ha più volte ripetuto si è sentito vivo avendo avuto il privilegio di aiutare e che solo per quello che ha fatto avrebbe meritato il premio nobel per la pace premio che è stato conferito incredibilmente ad Henry Kissinger, o che so io la nomina a senatore a vita....ma è un libro pieno di amarezza nei confronti del governo italiano di allora che complice della dittatura sebbene quel volpone di Andreotti ha sempre negato ( e non ha mai risposto alle pochissime interpellanze parlamentari ) non aiutò chi aveva il dovere di aiutare se non altro perchè italiano e tanto poteva fare anzichè attaccarsi al dividendo di quello che ormai concordemente viene definito un genocidio , lo sterminio di un'intera generazione.
Niente asilo politico. Diplomazia, diritti umani e desaparecidos
Nel 1972 il giovane diplomatico Enrico Calamai viene inviato dal Ministero degli affari esteri in Argentina con la carica di viceconsole. La comunità italoargentina è forte, variegata e ben integrata. Nel 1974, poco dopo il golpe cileno, Calamai viene spedito a Santiago del Cile: l'ambasciata si è riempita di rifugiati di origine italiana (450 persone) che chiedono un asilo politico che il governo italiano non vuole concedere per non pestare i piedi all'esercito cileno e agli americani. Calamai, invece, aiuta i rifugiati: mette a punto una strategia che consente loro di scappare in Italia. Il periodo cileno è un'esperienza fondamentale per il giovane diplomatico.
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Anno edizione:2016
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Formato:Tascabile
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ANNA RITA PULEDDA 15 maggio 2016
Quel che non si sa, o solo s'intuisce, del comportamento ambiguo dello stato italiano all'epoca delle diittature sudamericane, visto attraverso lo sguardo, per niente neutrale, di un valente funzionariSantiagoo d'ambasciata italiano, che, prima a Santiago, poi a Buenos Aires, ha dato prova del fatto che, sebbene "italiani brava gente" non sia un'equazione sempre dmmostrata, alle volte, per fortuna, lo è.
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GRAZIANO TEMPESTI 05 maggio 2016
Niente asilo politico racconta l'esperienza di Enrico Calamai, all'epoca giovane funzionario della carriera diplomatica, tra il Cile di Pinochet e l'Argentina dei generali. "Uccidere tutti i sovversivi, poi i loro collaboratori, poi i loro simpatizzanti, poi gli indifferenti e alla fine i timidi” è il "manifesto" della dittatura argentina. L'omertà del governo italiano, la barbarie dei militari, i desaparecidos, l'eroismo delle madri di Plaza de Mayo, la tenacia di un uomo che, a rischio della propria vita, riuscì a mettere in salvo e a far espatriare centinaia di persone.
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