Una satira feroce e spietata di Nixon, dei suoi collaboratori e della sua politica. Scritto nel 1971, un anno prima dello scandalo Watergate e tre anni prima delle dimissioni di Nixon, è stato definito “un romanzo profetico”. Una lunga serie di dialoghi e monologhi in cui Nixon, da quacchero fervente e intransigente, da un lato si erge a strenuo baluardo contro l’aborto e per i diritti dei “non nati”, mentre, dall'altro, si disinteressa dello sterminio di interi villaggi di donne, vecchi e bambini in Vietnam, si prepara a bombardare la Danimarca, accusata di essere uno stato “pornografico” e fa disperdere nel sangue una dimostrazione di boy scout rei di averlo “diffamato”. Ipocrisia, cinismo, doppiezza e opportunismo di politici capaci di dire tutto e il contrario di tutto, di ribaltare qualsiasi discorso e/o situazione a loro favore, lasciando comunque intendere di essere pronti a qualunque sacrificio nel supremo interesse della popolazione. Quanto mai attuale.
La nostra gang
Sul palcoscenico internazionale Trick E. Dixon e il suo gabinetto furoreggiano a suon di malefatte: in una crescente esasperazione grottesca della politica nixoniana, assistiamo all'invasione della Danimarca, al lancio dell'atomica su Copenaghen, a una rivolta di boy scout soffocata nel sangue. Fino a quando Dixon, giunto all'inferno, non proverà a soffiare il posto... a Satana in persona! Scritto di getto nella primavera del 1971, più di un anno prima dell'effrazione nella sede dei democratici al Watergate e ben tre anni prima delle dimissioni di Nixon, il quinto romanzo di Philip Roth procurò al suo autore l'appellativo di profeta. Immersione vertiginosa nella realtà americana degli anni Sessanta, "La nostra gang" è una fotografia spietata e sconcertante del linguaggio del potere e delle sue perversioni.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2015
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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GRAZIANO TEMPESTI 30 novembre 2017
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MANUELA CAVALLARO 28 novembre 2017
E' una feroce satira politica contro il presidente Nixon e il suo entourage. Nixon-Dixon è " un moralista ipocrita, un opportunista senza legge, uno spudorato bugiardo e un vero e proprio dittatore in pectore". In realtà è una satira che si può estendere a quei politici di oggi, che al pari di Tricky Dixon, manipolano l'opinione pubblica per conservare il loro potere, per i quali la verità non deve essere mai detta, che dicono il contrario di ciò che pensano, che si riempiono la bocca di parole come Costituzione, Trasparenza, Giustizia, Verità... per poi fregarsene appena girano l'angolo, che parlano a vuoto: " bla, bla, bla...", o usano un linguaggio incomprensibile, come il vicepresidente di Dixon: " Non può esserci un paese senza presidente, così come non può esserci un chicchiricco senza predipizio, o implumità senza predenzione preprerogatoria". La sete di potere è tale che quando Dixon finisce all'inferno, dove la menzogna è virtù, imbastisce una campagna elettorale, tra i dannati, per essere eletto Primo Diavolo. Libro tuttora attualissimo, ma si sa che la grande letteratura non scade mai.
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