Novantanove fiori selvatici. Frammenti poetici
"Novantanove fiori selvatici di Mariavittoria Picone sono poesie che vanno verso la prosa, per utilizzare il titolo di un celebre saggio di Alfonso Berardinelli. Sono poesie intime, delicate, diaristiche, discorsive: le si potrebbe definire neo-crepuscolari. Sono "fiori selvatici" di chi, conoscendo la vita e le sue menzogne, pratica il culto dell'attesa, e sa che il segreto di una donna è sempre una "perla nel guscio di ostrica", "premio per chi graffia le sue mani" per, infine, farla splendere nell'amore, unica grazia che rende superflue le parole. Oscillanti tra una dignità strappata coi denti e accolta con una sorta di atteggiamento animista, una nostalgia rimossa per maturità di sguardo e il "sogno di una cosa" di marxiana e pasoliniana memoria. Questi "fiori selvatici" ci restituiscono con limpida precisione uno stato d'animo d'impaurita attesa, tra resa e rinascita, che fotografa quel preciso momento della vita in cui avviene il passaggio dalla giovinezza alla maturità. Il miracolo più grande di queste poesie, un miracolo terrestre, "domestico", potrebbe essere proprio questo, in conclusione". (Andrea Di Consoli)
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Anno edizione:2021
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