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Anno edizione: 2020
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A distanza di un decennio, l'amatissima protagonista del Premio Pulitzer Olive Kitteridge torna con un nuovo «romanzo in racconti» destinato a segnare la storia della letteratura.
«Appassionati di gemme letterarie, gioite… Gustata sillaba per sillaba, è un'opera stupefacente… Prese nel loro complesso, queste storie restituiscono un mondo di splendida, straziante autenticità capace di creare un'insopportabile dipendenza» - The Washington Post
Olive Kitteridge. Insegnante di matematica in pensione, vedova di Henry, il buon farmacista della cittadina fittizia di Crosby nel Maine, madre di Christopher, podologo a New York, figlio lontano in ogni senso, solo una «vecchia ciabatta» scorbutica per molti in paese; una donna scontrosa, irascibile, sconveniente, fin troppo franca, eppure infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell'animo umano e intensamente sensibile alle sorti dei suoi consimili: è questa la creatura straordinaria che abbiamo conosciuto un decennio fa, quando la pubblicazione del volume di storie collegate che porta il suo nome l'ha consacrata a eroina letteraria fra le piú amate di ogni tempo ed è valsa alla sua artefice il Premio Pulitzer per la narrativa. In Olive, ancora lei , Elizabeth Strout riprende il filo da dove l'aveva lasciato e in questo nuovo «romanzo in racconti» ci narra il successivo decennio, l'estrema maturità di Olive, dunque. Ma in questa sua vecchiaia c'è una vita intera. Un nuovo amore, innanzitutto. Jack Kennison è un docente di Harvard ora in pensione, vedovo come Olive. A parte questo i due non hanno granché in comune, eppure la loro relazione ha la forza di chi si aggrappa alla vita, e le passioni che muovono i due amanti – la complicità e il desiderio raccontati in Travaglio , la rivalsa e la gelosia di Pedicure – ne trascendono i molti anni. Trascendere il tempo è però una battaglia che non si può vincere e racconto dopo racconto, anno dopo anno, Olive si trova ad affrontare nuove forme di perdita. Deve fare i conti con la propria maternità fallace in Bambini senza madre , con la decadenza fisica in Cuore , con la solitudine in Poeta . Ma contemporaneamente, e senza rinunciare al suo piglio irridente, leva, quasi a ogni racconto, una specie di quieta, tutta terrena speranza. La vita riserva qui piccoli momenti di rivelazione, istanti di comunione, brevi felicità. Succede, magicamente, in Luce , succede in Amica , dove l'incontro insperato con l'ultima compagna di strada è insieme un'appagante occasione di rincontro per i lettori di Elizabeth Strout. Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questa nuova serie di racconti appaga il desiderio di ritrovare un personaggio letterario conosciuto e amato anni fa per scoprirne l’evoluzione. La struttura del libro è simile: in alcune storie Olive occupa la scena, in altre funge da comparsa, lasciando in primo piano le vicende di suoi concittadini (o di personaggi che arrivano da altri romanzi dell’autrice). Il fattore comune è lo scorrere lento e inesorabile del tempo, che incide sul corpo e sulla psiche. Olive (insieme ad altri) fa i conti col vissuto, col modo in cui si è relazionata con chi le è stato accanto per anni o ha solo sfiorato la sua esistenza. Gli ex-consorti (o ex-amanti) sono fantasmi sempre presenti in un nuovo matrimonio, fonte di scomodi paragoni, rimpianti e sensi di colpa (Pedicure). Un’ex-allieva, a suo tempo giudicata in modo sbrigativo, può diventare il catalizzatore di un processo che porta al riconoscimento di uno stato di solitudine e insoddisfazione prima silenziato (Poeta). La perdita traumatica di un padre (che per l’altro è stato un cliente controverso) è l’occasione per un confronto a cuore aperto tra figlia e avvocato, capace di toccare in modo non convenzionale il tema della fede (D’aiuto). In tutto questo, Olive sperimenta il decadimento del corpo (Cuore), mantiene le sue asperità caratteriali, ma anche la capacità di ascoltare e leggere nell’animo degli altri. Di fronte al bilancio di una vita e all’incombere della morte, arrivano interrogativi senza risposta (‘Non ho la minima idea di chi sono stata’), ma anche la consapevolezza della fortuna di essere stata amata. E la voglia intatta di dialogare con una nuova amica.
Premetto che amo molto Elizabeth Strout ed ho letto tutti i suoi libri: per questo ritengo che questo non sia all'altezza degli altri. I primi romanzi sono stupefacenti ma secondo me dopo "Olive Kitteridge" ha perso tempra e sembra sempre in cerca di ritrovare qualcosa. "Olive, ancora lei" è un bel libro,si legge bene: eppure l'autrice pare cercare di riagganciarsi sempre al passato,recuperando i personaggi dei suoi precedenti romanzi, sperando forse di recuperare anche la stessa tempra (evidentemente impossibile).
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