Primo libro di una trilogia che già dalle prime pagine si rivela essere una serie molto interessante, trama ben sviluppata, coinvolgente e personaggi originali. A partire dal protagonista, Alan Giuliani, Maresciallo psicologo e criminologo che torna dopo vent’anni nella natia Cortina d’Ampezzo, chiamato ad indagare su un omicidio che presenta strane analogie con un crimine analogo avvenuto un anno prima in Friuli. Lui è figlio di quel territorio, nel sangue gli scorre l’amore viscerale per la montagna, per la vita alpina, un’appartenenza assoluta, un rapporto simbiotico che i foresti, chi non è nato lì, non può capire. Per Alan, tornare a Cortina è gioia e dolore, è ritrovare odori e sapori dell’infanzia ma è anche rivivere i tragici eventi di quando era ragazzino e si chiamava Valerio. È fare i conti con le sue fobie e le sue paranoie, è ammettere le difficoltà ad instaurare rapporti duraturi con l’altro sesso, lui che evidentemente attrae ed è attratto dalle donne. L’indagine si fa sempre più complessa, gli omicidi diventano tre e sono indubbiamente collegati fra di loro. Ad infittire il mistero: quanto accaduto riflette la trama di un romanzo nato dalla penna di una scrittrice locale e la presenza di una misteriosa donna vampiro sospesa fra sogno e realtà. L’inchiesta ha un ritmo serrato sino alla scoperta del colpevole; però, quando tutto sembra risolto, un inatteso colpo di scena cambia completamente le carte in tavola. Ovviamente questo primo libro lascia molti interrogativi aperti e traccia la strada verso eventi che si riveleranno nei prossimi capitoli quindi, finito questo thriller, non si può fare altro che proseguire con la lettura della trilogia. Mi preme evidenziare un altro aspetto che mi ha conquistata, una narrazione nella narrazione: Eris, una delle protagoniste dà voce agli scrittori esordienti mettendo in luce le difficoltà e gli ostacoli di chi si autoproduce, con accuratezza e sincerità.
