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Un romanzo di idee, che richiamando temi e modi cari a Margaret Atwood esplora i contorni della femminilità contemporanea; una storia di trasformazione e speranza in tempi in cui ogni diritto sembra una conquista da rinegoziare.
La maternità – presente o assente, cercata o negata – ci definisce come donne? Leni Zumas sceglie la via del romanzo per parlare di un tema scottante dando voce a quattro donne di Newville, villaggio di pescatori dell'Oregon, in un futuro vicino in cui negli Stati Uniti l'aborto è proibito, l'inseminazione in vitro è vietata, la legge garantisce pieni diritti all'embrione e un Muro Rosa blocca l'accesso al Canada, dove invece abortire si può, e dove ragazze e donne fuggono di nascosto in cerca di soluzione per le gravidanze non volute. Ro, insegnante di scuola superiore, è single e sta cercando di avere un figlio affidandosi a una clinica della fertilità mentre compila la biografia di Eivør Mínervudottír, esploratrice polare del diciannovesimo secolo, sola e determinata a essere se stessa in un mondo ostile. Susan è madre frustrata di due figli perfetti, intrappolata in un matrimonio perfetto che sta cadendo a pezzi. Mattie è una delle allieve più brillanti di Ro: quando scopre di essere incinta non sa a chi chiedere aiuto. Infine c'è Gin, spirito della foresta, erborista e guaritrice, che in qualche modo riunisce i destini di tutte quando viene arrestata e processata per le sue pratiche, vittima dell'ennesima caccia alle streghe.
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Questo romanzo è un racconto polifonico, più voci si susseguono e si intrecciano: sono tutte donne. Le protagoniste di Orologi Rossi presentano al lettore diverse prospettive dell’essere donna, diverse prospettive dell’essere madre. In più modi queste due essenze si incontrano e si scontrano e lo fanno attraverso spinte interiori ed esteriori. Ognuna porterà alla luce un lato del caleidoscopio femminile. Con alcune sarà facile empatizzare, con altre sarà facile giudicare; alcune susciteranno rabbia, altre profonda tristezza. Importante sarà essere in grado di riconoscere tutte queste sensazioni per ricomporre la complessità dell’essere donna “poiché nulla era soltanto una cosa”, come enuncia la citazione di Virginia Woolf con cui si apre il racconto. Storie di vita, di sofferenza, di lotta, di trasformazione, di speranza.
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