forse non il romanzo migliore di Verne, ma certamente quello che ti lascia un sottofondo di inquietudine. il sorriso che viene a leggere che cosa fosse la fantascienza un secolo fa ha la durata di pochi secondi. come succede quando l'autore e' un visionario, bisogna andare oltre la trama e capire il senso. e il senso e' chiarissimo: chi si impadronisce di una posizione di vantaggio tecnologico mette fortemente a rischio la liberta' e i diritti del genere umano. Robur il conquistatore e' un personaggio diverso e ancor piu' "faustiano" del Capitano Nemo. Questi e' infine il martire - nel senso di testimone - di una guerra di liberazione, crudele come ogni guerra, ma nobilitata dal fine di liberare un popolo dalla tirannia. Il potere per se stesso e' il motore di Robur, il potere da esibire e da esercitare, che se ne infischia anche del danaro, perche' il danaro non compra il potere, ma viceversa
