Un esercizio di grande coraggio e condivisione. Le difficoltà che originano dalla mente non sono argomento facile da trattare, soprattutto quando sei direttamente coinvolto,come nel caso dell'autrice. Apprezzabile il tentativo di portare alla luce quello che di solito viene accuratamente celato.
Parla, mia paura
Simona Vinci si immerge nella propria paura e cerca un linguaggio per confessarla. L'ansia, il panico, la depressione spesso restano muti: chi li vive si sente separato dagli altri e incapace di chiedere aiuto. Ma è solo accettando di «rifugiarsi nel mondo» e di condividere la propria esperienza che si sopravvive. La stanza protetta dell'analista e quella del chirurgo estetico, che restituisce dignità a un corpo di cui si ha vergogna, l'inquietudine della maternità, la rabbia della giovinezza, fino allo strappo iniziale da cui forse tutto ha avuto origine. Scavando dentro sé stessa, Simona Vinci ci dona uno specchio in cui rifletterci. Si affida alle parole perché «le parole non mi hanno mai tradita». Perché nella letteratura, quando la letteratura ha una voce cosí nitida e intensa, tutti noi possiamo trovare salvezza. Simona Vinci ha vinto il Premio Campiello 2016 con La prima verità. È cominciata con la paura. Paura delle automobili. Paura dei treni. Paura delle luci troppo forti. Dei luoghi troppo affollati, di quelli troppo vuoti, di quelli troppo chiusi e di quelli troppo aperti. Paura dei cinema, dei supermercati, delle poste, delle banche. Paura degli sconosciuti, paura dello sguardo degli altri, di ogni altro, paura del contatto fisico, delle telefonate. Paura di corde, lacci, cinture, scale, pozzi, coltelli. Paura di stare con gli altri e paura di restare da sola. Nel posto in cui vivevo allora arrivava il richiamo lacerante dei piccoli rapaci notturni nascosti tra i rami degli alberi. Di notte, l'inferno indossava la maschera peggiore. Di notte, quando nelle case intorno si spegnevano tutte le luci, tutte le voci, quando sulla strada il fruscio delle automobili e dei camion si assottigliava.
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Barbazuk 30 aprile 2025
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teresa_ch 07 settembre 2023Mettersi a nudo
La scrittrice racconta di se stessa e della sua depressione, si mette a nudo in 10 brevi capitoli. Non sono entrata subito in sintonia con la sua narrazione, però è una lettura utile che racconta la paura senza giudicarla, definendola non come un male da combattere ma da affrontare. Solo alcuni capitoli mi hanno catturata e coinvolta, uno di questi è il racconto sulla maternità: un figlio, considerato da tutti la cosa più bella, può per alcune donne essere un peso e, il modo in cui l’autrice narra il suo vissuto personale, è una testimonianza lucida e toccante. Non è una lettura “leggera” è un susseguirsi di memorie il cui filo conduttore è la paura e le ricadute sull’anima
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Alessia 09 febbraio 2022Introspettivo, vero, accogliente
Consigliato a tutti, soprattutto a chi soffre d'ansia. Da tenere vicino per sentirsi meno soli, meno persi, a volte meno strani. Guardarsi attraverso il libro come uno specchio e riconoscerci, magari avvicinandoci di più a noi stessi
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