Nessuna definizione è migliore di quella che diede Calvino: questo è "il libro dei libri" sulla guerra. E' il ritratto della Resistenza, senza idealismi, senza retorica: ovunque c'è il trionfo del male, l'uomo non cerca un senso perché non c'è, si muove come sotto il peso di un castigo nella totale profanazione della terra. Johnny, come Fenoglio, non ha illusioni su quello che ci sarà dopo la guerra, ma sa che i fascisti sono il male e che bisogna combatterli. Il suo valore più importante è la fedeltà a se stesso e alla causa che ha scelto: è partigiano e lo è per sempre, "il segno è sempre su di lui". Scende in campo come il campione della dignità offesa dell'uomo, come i cavalieri antichi, senza grandi speranze di trionfo. I partigiani combattono e muoiono anche se sanno che finirà in una non-gloria, perchè la loro vittoria sta già nella scelta. Non per questo lo stile è basso o scarso; anzi, la dimensione di tutto il racconto è epica, in senso omerico e biblico, sia per le descrizioni sia per i personaggi. Il linguaggio di Fenoglio è sicuramente difficile, soprattutto nella prima parte in cui molte parole e frasi sono in inglese, ma è attraverso le sue particolarissime scelte linguistiche che Fenoglio riesce a distanziarsi dall'italiano ufficiale fascista e dalla cronachistica del tempo. Per concludere, credo che questo libro vada letto, da chiunque, perchè è il resoconto più lucido e al tempo stesso coinvolgente di un momento terribile e fondamentale della nostra storia, che non deve essere dimenticato.
«Il partigiano Johnny restituisce i principî ideali e le paure e le ragioni e i sogni di una intera generazione come nessun libro è riuscito a fare».
Il partigiano Johnny è riconosciuto come il piú originale e antiretorico romanzo italiano sulla Resistenza. La storia è quella del giovane studente Johnny, cresciuto nel mito della letteratura e del mondo inglese, che dopo l'8 settembre decide di rompere con la propria vita e di andare in collina a combattere con i partigiani. Una storia simile a quella di molti altri giovani e di molti altri libri scritti sullo stesso argomento. Ma Fenoglio riesce a dare alle avventure e alle passioni di Johnny una dimensione esistenziale ben piú profonda e generale, che racconterà per sempre che cosa sono stati i partigiani e la Resistenza in Italia. Con La lingua del «Partigiano Johnny» di Dante Isella; una nota bibliografica e la cronologia della vita e delle opere.
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Anno edizione:2022
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CORINNA SENORE 28 dicembre 2011
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Beppe Fenoglio "apre le danze" della letteratura Neo-Realista con il capolavoro "Il Partigiano Johnny".Lo scrittore da uno sfondo liberale al romanzo come se fosse lo stesso protagonista a scrivere,invece di dargli un carattere politico.Racconta dunque gli inizi dopo l'armistizio di Badoglio l'8 settembre 1943 con gli Alleati,alle delusioni alle sconfitte ma anche alla liberazione della Langhe,territorio così effimero,passando per il gelido inverno del '44 sino ai "Venti Giorni della città di Alba."alla quale Fenoglio ha dedicato un'altro romanzo o come lo definirebbe lui un racconto lungo.
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VITO SCAMMACCA 31 agosto 2010
Potremmo definirlo IL ROMANZO DELLA RESISTENZA. Ma non sarebbe completa come descrizione. Intanto possiamo ampliarla dicendo che è un romanzo che racconta la resistenza come fu, senza retorica e senza false illusioni. Ma si tratta soprattutto di un romanzo di formazione di un giovane uomo che dopo l'armistizio del '43 decide di schierarsi politicamente (con la causa antifascista) e di militare nelle fila dei paritgiani. Abbandona le sue amate letture inglesi e le traduzioni che stava svolgendo (l'identità tra personaggio e autore qui è totale)per intraprendere un chiaro percorso di maturazione esistenziale e umano che porterà il protagonista nel mondo delle gelide colline delle Langhe, in Piemonte. Il risultato è un libro di un'intensità unica, non solo in riferimento al panorama di romanzi neorealisti italiani del tempo, un libro abbastanza sottovalutato di un autore sincero e vicino come accade quando si ha a che fare con la grande narrativa. Un libro bellissimo che consdiglio anche a chi non è propriamente un amante di questo genere di tematiche. Stupisce di più il lirismo poetico e l'ampio respiro di alcuni episodi che lambiscono l'epica. E lo chiamano neorealismo... Una curiosità: il nome JOhnny, il nome di battaglia da partigiano del protagonista, è preso dal poeta barocco inglese John Milton, autore del Paradiso perduto, uno dei preferiti da Fenoglio.
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