Perché si uccide un magistrato di Damiano Damiani - DVD
Perché si uccide un magistrato di Damiano Damiani - DVD - 2
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Perché si uccide un magistrato
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Descrizione


Esce un film di carattere politico che mostra chiaramente la corruzione di un noto magistrato: l'uomo a cui il film si riferisce viene assassinato ed il regista si sente in dovere di indagare sull'inquietante coincidenza.

Dettagli

1975
DVD
8057092360484

Informazioni aggiuntive

  • Mustang Entertainment, 2013
  • Eagle Pictures
  • 106 min
  • Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono)
  • Italiano per non udenti
  • 1,85:1 Wide Screen
  • trailers

Valutazioni e recensioni

  • Andrea P
    La forma dell'acqua (cit)

    Un film che si colloca tra i generi “denuncia” (collusione politica e mafia) drammatico e giallo. Presenta una struttura narrativa nella quale lo spettatore, soprattutto con preconcetti, viene deviato dalla “pista” giusta.

Conosci l'autore

Foto di Damiano Damiani

Damiano Damiani

1922, Pasiano, Pordenone

Regista italiano. Frequenta l'Accademia di Brera a Milano, dove studia pittura, ma si dedica quasi subito al teatro come scenografo, e successivamente al cinema, dove si misura anche con la sceneggiatura e come aiuto-regista. Passa dietro la macchina da presa nel 1946, girando il documentario La banda d'Affori. Dirige poi altri corti e mediometraggi, tra i quali Omaggio a una città (1951), Montecristo (1954), Bambini soli (1955). Nel 1960 dirige il suo primo lungometraggio a soggetto, Il rossetto, cui segue nello stesso anno Il sicario, opere che rivelano un certo gusto nella messa in scena di atmosfere giallo-poliziesche, che affina nel suo cinema successivo. Del 1962 è L'isola di Arturo (da E. Morante), opera di delicata introspezione psicologica. La noia (1963), tratto da A. Moravia, risulta...

Foto di Franco Nero

Franco Nero

1941, San Prospero, Parma

Nome d'arte di Francesco Sparanero, attore italiano. Biondo e prestante, con saettanti occhi azzurri e cipiglio da valoroso, incarna una bellezza maschile molto «americana», non a caso già apprezzata da J. Huston che nel 1966 fa interpretare a questo italiano atipico, allora semisconosciuto, l'innocente Abele nel kolossal La Bibbia. Il cinema di cassetta ne fa subito un eroe affidandogli ogni sorta di avventure esotiche o metropolitane con almeno due storici pistoleri dello spaghetti-western post S. Leone: Django (1966) di S. Corbucci e il crepuscolare Keoma (1976) di E.G. Castellari. Non gli mancano tuttavia i ruoli più profondi, primo fra tutti il capitano dei carabinieri di Il giorno della civetta (1968), tratto da L. Sciascia e firmato da D. Damiani, che lo dirige in diverse altre pellicole...

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