Picasso a Napoli. Una «Montmartre arabe»
Del ‘viaggio italiano’, tra febbraio e aprile del 1917 in compagnia di Cocteau, Massine, Stravinskij, più Firenze e Roma, saranno Napoli e Pompei a suggestionare l’immaginario di Picasso e ad aprire definitivamente la ‘strada’ verso una rinnovata visione del ‘classico’ che, nei primi anni Venti, segnerà una nuova stagione della sua pittura. A Napoli Picasso s’immerge nella quotidianità di una città solare e drammatica, nel ventre di una «Montmartre arabe», come la descrive Cocteau in una lettera alla madre; acquista souvenir, maschere di Pulcinella, cartoline, vecchie fotografie, stampe che affianca, sovrappone, nella fantasia, ai disegni, ai rapidi appunti che traccerà sul taccuino. A Pompei si lascerà sedurre dalle pitture della casa del Centenario e da quelle della Villa dei Misteri. Infine visiterà più volte, con Stravinskij, la Stazione Zoologica Anton Dohrn e la sua biblioteca con il grande ciclo di affreschi eseguito da Hans von Marées nel 1873: sarà l’impianto compositivo, la velata ‘nostalgia’ che pervade la scena della Pergola posta sulla parete est della sala, a ispirare il grande ‘rideau de scène’ per il balletto Parade.
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Anno edizione:2017
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