Affascinante location, bei personaggi e una storia interessante che si perde dopo qualche centinaio di pagine, direzionando il racconto verso una serie di vicende che poco c'entrano con la trama. A volte il discorso è difficile da seguire.
Il porto degli spiriti
Nel 1985 John Lindqvist ha diciannove anni, pochi soldi in tasca e un sogno nel cassetto: diventare un mago famoso. Lasciatosi alle spalle il sobborgo di Blackeberg dove è cresciuto, si trasferisce in una nuova casa al centro di Stoccolma per muovere i primi passi nella vita adulta. Ma quello che accade nei pochi mesi trascorsi in quel cubo di mattoni dove a stento filtra la luce scaglia la sua vita in una direzione completamente diversa da quella prevista. Strani fenomeni cominciano a turbare la quiete apparente del condominio, una voce misteriosa telefona ripetutamente per sapere se è arrivato un certo Sigge, vicini sospettosi sembrano legati da un patto segreto e il ritornello di una nota canzone pop fluisce dalle pareti di roccia che segnano il confine fra l’edificio e il tunnel di Brunkeberg. La cosa più sconcertante, tuttavia, è la sostanza nera e gelatinosa penetrata da una fessura nel soffitto della lavanderia, che si rivelerà essere la porta verso un’altra dimensione: la stessa distesa erbosa, sovrastata da un cielo blu, su cui erano finiti i personaggi di "Musica dalla spiaggia del paradiso", di cui "L’altro posto" è l’ideale continuazione. I viaggi nell’altra dimensione cambieranno la vita di John e lo porteranno a conoscere i desideri inconfessabili e i drammi laceranti degli altri inquilini. Un microcosmo di insoddisfazione e passione portate alle loro estreme conseguenze, mentre la Svezia, fuori, festeggia la vittoria elettorale dei socialdemocratici di Olof Palme, che proprio vicino al tunnel di Brunkeberg, di lì a pochi mesi, troverà la morte per mano ancora oggi ignota. "L’altro posto" è l’autobiografia impossibile, surreale e al contempo autentica dell’autore e lo spaccato sociale della Svezia alla vigilia di uno degli eventi più traumatici della sua storia recente, che ha intaccato per sempre il sogno di una società ugualitaria e solidale.
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Anno edizione:2025
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Ale 03 giugno 2025un peccato
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SIMONA BONANNI 11 novembre 2010
Bruttissimo pasticcio sovrannaturale partorito da un enfant prodige della letteratura scandinava, qui alla sua terza prova. Dopo i meravigliosi "Lasciami entrare" e "L'estate dei morti viventi", questo romanzo sembra quasi scritto sotto influsso di sostanze apotropaiche, e neanche delle migliori. In 500 pagine, la storia ha un guizzo solo a metà, per il resto la noia, il fastidio per le descrizioni logorroiche, il linguaggio allucinato, l'insistenza su dettagli inutili, così come per gli spesso inutili flashback e le metafore usurate e messe lì, pare quasi, per allungare il brodo, soverchiano anche il più volenteroso e ben predisposto dei lettori. Peccato, perchè l'idea della comunità chiusa che cela un leggendario e nefasto segreto, per quanto abusata, è spesso vincente. Come dire, si poteva giocare facile. Peccato che ogni dignità di coerenza si perda in un marasma di appigli, infarciti di quella classica voglia di strafare che a volte conquista anche gli scrittori migliori. Si arriva alla fine con fatica e con disturbo. Neanche le citazioni delle canzoni degli Smiths, che ad un certo punto cominciano a scorrere a piene mani pagina dopo pagina, salvano una storia che vorrebbe essere avvincente e finisce solo per essere infantile e logorante senza costrutto. Due stelline solo alla memoria del John Ajvide Lindqvist che fu.
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DAVIDE FRANCESCO ACCINI 30 agosto 2010
...ma non al livello del primo (Lasciami Entrare) ma lo si perdona, era quasi impossibile a mio parere! Ad ogni modo bel libro, inquietante a tratti e con fantastici scorsi di vita da isola... conditi da una buona dose di soprannaturale, contenuta, che non guasta.
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