Il predicatore. I delitti di Fjällbacka. Vol. 2

Secondo capitolo della saga di Erica Falk, il romanzo mi è parso una buona conferma delle capacità narrative dell'autrice de "La principessa di Ghiacchio". La trama è avvincente e il testo scorrevole e di facile comprensione. Forse la Lackberg pecca di qualche lungaggine non necessaria in alcuni punti. Avrei inoltre gradito un coinvolgimento maggiore di Erica dello svolgimento delle vicende. In questo romanzo è invece relegata in un angolo del racconto, a svolgere il ruolo di desperate housewife, e lasciando a Patrik il ruolo di protagonista. Sono comunque cose su cui si può passare sopra... resta comunque un libro ben scritto, piacevole da leggere e ben strutturato.

"Il predicatore" è il secondo libro di Camilla Lackberg che vede come protagonisti Erica e Patrick. A differenza del primo libro (la principessa di ghiaccio), in questo libro si vede ben poco la presenza di Erica. Poco dopo essersi fidanzati, Erica è subito incinta e quindi viene esclusa dalle indagini. Infatti la vediamo per lo più rilegata a casa ad accogliere parenti ed amici che non fanno altro che importunarla. Patrick si dedica fin troppo al lavoro, anche se le scoperte più rilevanti vengono fatte dalla polizia scientifica. I rapporti con i colleghi sono sempre difficili, ma le indagini sono scorrevoli e proseguono anche per conto proprio. Inoltre ho trovato abbastanza difficile da memorizzare l'intreccio della parentela dei personaggi. Molto meglio il primo...

Seconda romanzo della "regina" del mystery svedese, la sensualissima, bombastica, occhioni da cerbiatta, Camillona Lackberg. Secondo viaggio nell'affascinante paese di Fjällbacka, lo scenario principe dove prendono vita le sue storie. Se il debutto mi aveva lasciato bene sperare, pur non facendomi gridare al miracolo, questo secondo libro segna una marcia indietro e un crollo verticale delle aspettative. La storia è carina ma non morde, la scrittura è sciatta ed elementare, i tempi morti e le lungaggini rasentano un preoccupante livello di guardia. La consistenza specifica del personaggio di Erica Falck è praticamente nulla. Trovo la sua presenza giustificata più per una componente narcisistica della scrittrice, dove la Fack diventa volontario eco per permetterle di diventare scomoda protagonista. Peccato che questa velleità affossi e diluisca fortemente l'intreccio del poliziesco, inutilmente allungato da un brodo di sentimentalismo e frivolezze ai limiti del fastidioso. Dove invece la Lackberg centra l'obiettivo è nella articolata descrizione dei circoli famigliari chiusi, dove covano sentimenti di odio e rancore, che non possono rimandare alla scuola del giallo classico inglese, su tutti Agatha Christie, o al filone contemporaneo tanto caro ad Elizabeth George. Mi sembra quasi una bestemmia paragonare la Lackberg con la George e giusto per rendere evidente e chiara la proporzione: George sta ad università come Lackberg sta a scuola dell'infanzia. E' una lettura adatta a chi cerca qualcosa di leggero e rilassante. Una Camilla Cam(om)illa.