Secondo me i romanzi migliori di Andrea Vitali sono quelli meno lunghi, di duecento pagine o poco di più; tuttavia non mancano le eccezioni e a tal proposito si deve riconoscere all’autore una capacità non comune nel portare avanti una trama piuttosto esile, come è quella di Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti, con tutta una serie di accorgimenti che vanno dai nomi azzeccati dei protagonisti (Giovenca, Zemia, Geremia, Stampina, Novenio) all’invenzione di nuove storie, collegate alla principale, nel momento in cui questa comincia a dare segni di stanchezza. Del resto due personaggi, per certi versi agli antipodi, come la bella e prosperosa Giovenca Ficcadenti e Zemia, la sua sorellastra più brutta della morte, poteva crearli sono uno come Vitali, teso a privilegiare i contrasti netti in modo che una vicenda nel complesso banale potesse diventare una sicura attrazione per il lettore. A un certo punto, però, si deve essere chiesto come pervenire alla fine della storia e allora, in un momento di grazia, ha pensato bene di innestare in una trama non eclatante un risvolto giallo e questo è stata la mossa che ha dato ampio respiro all’opera e che ha consentito di arrivare al termine in un crescendo quasi rossiniano. Vitali ha avuto un intuito felicissimo, con il quale ha riscattato una prosa altrimenti tutto sommato scialba, ma che poi ha incatenato il lettore per circa un centinaio di pagine, desideroso di conoscere una soluzione da subito nota, ma che vedeva coinvolto un personaggio che fino ad allora aveva riscosso unanimi simpatie. Diavolo di uno scrittore che, come un mago, ha tirato fuori dal cappello un’opera dall’andamento lento per tre quarti e decisamente veloce per il resto. E infatti, quando cominciavo a stancarmi, sono stato colto improvvisamente da un raptus di conoscenza che mi ha fatto ingoiare quel centinaio di pagine in un battibaleno. Da leggere, magari in spiaggia sotto l’ombrellone, oppure in camera da letto prima che colga il sonno, e comunque in ogni caso senz’altro da leggere.
Premiata ditta Sorelle Ficcadenti
Una favola ricca di ironia trascinante sulle mille facce della verità, con un racconto extra che ci riporta alla vita a Bellano tra Seicento e Settecento, tra storie segrete, pettegolezzi e personaggi bizzarri.
Bellano nel 1915 è un tranquillo paesello sul lago di Como. Un giorno come un altro, però, arrivano Giovenca Ficcadenti, alta, bionda, bellissima, e la sorella Zemia, di notevole bruttezza, per aprire una merceria. E sconvolgere gli equilibri del borgo. Delle sorelle non si sa niente, tranne che Geremia, impazzito d’amore per Giovenca, minaccia di buttarsi nel lago se non potrà sposarla. Il paese inizia così a mormorare, costringendo il prevosto a prendere in mano la situazione per indagare sui traffici di Giovenca, che ogni giovedì viaggia chissà dove per compiere chissà quali affari. Bisognerà pure che qualcuno impedisca a Geremia di finire vittima di qualche inganno…
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Anno edizione:2024
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Renzo Montagnoli 28 giugno 2018
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Un libro accattivante, trascinante, effervescente, erudito. Una narrazione davvero sofisticata e importante. Da Roccoarena
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ANNA LUISA FERRARI 03 giugno 2014
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