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Anno edizione: 2015
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Se nel primo libro avvertivo già i sintomi di una certa “non tolleranza” nei confronti di Lumikki, con questo secondo libro posso affermare senza incertezza che provo una totale (o quasi) avversione verso questo personaggio. Tutti i miei dubbi e gli scetticismi verso Lumikki hanno trovato conferma, nonostante la storia non pecchi di contenuti e vicende ben costruite. Come nel capitolo precedente, Lumikki è sempre una ragazza simpatica e solare, infatti “preferisce starsene da sola nel suo monolocale ad ascoltare il silenzio” (che gioia). E, come sempre, Lumikki è lungimirante, super astuta e capace di deduzioni immediate alla Sherlock Holmes. Inoltre una sua altra qualità, non meno importante, è l’olfatto. In parecchie occasioni, infatti, si è autoproclamata grande intenditrice di odori, tant’è che è riuscita a sentire “l’odore della paura”.. . una specie di segugio, insomma. Ma oltre a tutto ciò, sono assurdi alcuni suoi ribaltamenti di pensiero in pochissimo tempo. Nel giro di un capitolo, infatti, possiamo notare un cambiamento così repentino da farci dubitare che ciò che abbiamo letto in precedenza sia la verità. Lumikki riesce a passare dall’intenzione di rimanere ben lontana da qualunque situazione pericolosa e da qualsiasi affare non proprio, ad un innaturale senso della giustizia, della famiglia, della bontà. Sente all’improvviso il bisogno di svelare qualsiasi mistero, gli stessi misteri in cui aveva giurato di non immischiarsi mai. Eppure, la protagonista ha sempre affermato di voler essere “invisibile” (cit. da “Rosso il sangue”), ma questo com’è possibile se si butta a capofitto in ogni problema (neanche sempre suo) di sua spontanea volontà? Qualcosa sembra non quadrare. Inoltre ha una fortuna sfacciata, inverosimile. Non c’è trepidazione, ansia per un suo fallimento, perché già intuiamo che il fallimento non si verificherà, le verrà tutto servito su un piatto d’argento e uscirà dal problema in cui si trova nel giro di poche righe. Devo ammettere però che ho trovato la descrizione di Lumikki molto interessante in alcuni (e rari) punti, quelli nei quali si riesce a superare la patina della “genialità” forzata e si parla della protagonista in termini più “personali”, della sua storia, del suo passato, di alcuni suoi pensieri e paure più intime. Solo in queste parti sono riuscita a provare finalmente empatia per il personaggio. Nonostante le mie numerose perplessità su Lumikki, posso affermare però che la storia questa volta è più avvincente: non mancano la suspanse, l’azione e un mistero molto intrigante legato alla religione e alla famiglia.
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