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Anno edizione: 2014
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Questo libro giaceva immobile nel mio Kobo da tempo immemore! Conquistata dalla copertina e da una sinossi convincente, mi ero premurata di acquistarlo appena pubblicato per poi dimenticarlo lì, dando la precedenza a letture diverse. L'occasione che me lo ha fatto rispolverare è stata quella di dover leggere un libro con dei fiori in copertina per una Reading Challenge a cui partecipo. Le opzioni erano tante, ma alla fine ho virato su questo romanzo. Ecco, se virando avessi preso un muro in faccia sarebbe stato sicuramente meglio! Questo è un non-libro! Non c'è storia, non ci sono personaggi, non c'è stile. Il nulla assoluto. Iniziamo conoscendo subito Ruth, una signora di quasi ottant'anni che vive, sola, in una casa che affaccia sul mare australiano. Da un momento all'altro, davanti casa vede posteggiare un taxi giallo, da cui scende una donna che si presenta alla sua porta, entra in casa, si toglie le scarpe, piazza una valigia in soggiorno, gira per la cucina aprendo ante e facendo come fosse a casa propria. Chi è? La donna si presenta come Frida e dice che è stata mandata a farle da assistente grazie ad un programma statale che serve ad aiutare gli anziani soli. Ruth telefona ad uno dei due figli e l'imbecille che fa? Invece di correre a casa della madre e cercare di capire chi sia questa tizia, esulta al telefono: "Oh che bello, mamma, così non sarai più sola e io e mio fratello (che, per inciso, vive a Hong Kong) non dovremmo sbatterti in un ospizio!". No, ma davvero? Ma sai le sberle che avrei fatto volare io? Ecco, da qui in poi (dove qui sta per le prime 30 pagine del libro) è tutto un susseguirsi di cavolate, di sogni, di paure, di accadimenti di una stupidità avvilente, sino ad arrivare alla fine del romanzo e rendersi conto che Frida e tutto il contorno non sono stati altro che il frutto della mente sola ed abbandonata di Ruth. Ora se questo voleva essere un libro che facesse riflettere sulla solitudine degli anziani, su quanto noi figli siamo degli essere degeneri che li abbandoniamo a loro stessi, sempre presi dai nostri mille impegni e dalle nostre famiglie, l'esperimento è miseramente fallito. L'unica cosa che ho provato nei confronti di Ruth è stata la voglia di darle un bello scossone e farlo notare che ha cresciuto due deficienti. Lo stile dell'autrice, poi, è assolutamente inesistente: questo libro sembra scritto da un bambino che abbia appena iniziato la scuola elementare.
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