Mémé

Mémé di Philippe Torreton è un’opera intima e introspettiva, di stampo autobiografico. L’autore, oggi affermato protagonista della scena teatrale francese, in questo libro, rivive la sua vita raccontando come questa si sia svolta accanto alla figura dell’amata nonna Mémé. I suoi primi ricordi scorrono dinnanzi a noi come una pellicola d’autore: la casa umida in Normandia, composta da una sobria cucina e arredata modestamente. “[...]tutto il suo mobilio avrebbe trovato posto in un solo carretto, con i materassi messi in cima per proteggere gli oggetti fragili.” Questa casa era accogliente per il solo motivo che gli ricordava teneramente sua nonna: ogni caratteristica dell’umile dimora viene paragonata ad un tratto distintivo di Mémé, sempre in modo amorevole nonostante i difetti e gli acciacchi, rispettivamente di casa e nonna. “[...]il calore circolava male, come il sangue nelle gambe di mémé. Anche la sua casa aveva freddo ai piedi”. La tavola era sempre apparecchiata, magari con gli avanzi: ciò rispecchiava la vita di stenti passata da Mémé. A questa donna d’altri tempi l’infanzia rubata e la miseria avevano insegnato a fare tutto ciò che si può con il poco che si ha. L’amore del nipote trasfigura Mémé quasi in una guida spirituale, i cui insegnamenti vivranno nel tempo e nel cuore dell’autore. Il libro, in definitiva, è un accorato omaggio ad ogni nonno o nonna del mondo: ognuno di noi avrebbe da raccontare aneddoti e ricordi sui propri nonni, ognuno di noi riempirebbe un intero libro con l’amore smisurato che essi ispirano nei nostri cuori. Libro consigliatissimo!