«La lettura di Fermate le macchine! fa l'effetto di una doccia gelata» - Luca Gallesi, Il Giornale
"Fermare le macchine non è un atto luddista. È un atto che restituisce all'uomo la sua vera natura, che non sarà di certo perfetta, ma non può essere ridotta a una stringa matematica gestita da un computer. Sento già le voci critiche. vuoi tornare alla caverna? Io non vorrei vivere in un mondo senza tecnologia, di cui sono per altro un abbondante consumatore. ma ho l'impressione che ormai il rapporto si stia invertendo: non sono più gli uomini a usare la tecnologia. È la tecnologia che usa gli uomini. E allora o cambiamo verso e ribaltiamo il tavolo. Oppure, meglio le caverne."
Perché la rivoluzione digitale ha tanto successo? Perché è comoda, innanzitutto, e ha reso il mondo facile, confortevole, «smart». Vediamo gli amici senza uscire di casa, facciamo la spesa e organizziamo un viaggio sdraiati sul divano. Una serie di macchine sempre più perfette ci risparmiano ogni fatica, e presto ci sostituiranno in ogni tipo di azione, dalla guida di un'auto alle operazioni chirurgiche. Conveniente, no? E ora guardiamo l'altra faccia di questa fantastica realtà: scompaiono le professioni e si diffondono i «lavoretti» della gig economy, squalificati e sottopagati; ogni volta che entriamo in internet siamo inconsapevolmente guidati fra prodotti, servizi e informazioni da un algoritmo che li ha selezionati per noi sulla base delle preferenze indicate dai nostri clic. I big data, le immense banche dati in cui tutti siamo profilati e vendibili per pubblicità mirate, arricchiscono un pugno di aziende che controllano le tecnologie e fanno di tutto per non pagare le tasse. Pensiamo di essere più liberi e invece ci sottoponiamo volontariamente al più gigantesco sistema di controllo sociale mai creato. Chi fa un'obiezione è un nemico del progresso, un liberticida. Mentre i tecnoentusiasti celebrano il potere dei social network che rendono tutto trasparente e pubblico. Perché allora perfino i guru della Silicon Valley hanno cominciato a temere lo strapotere tecnologico? In un saggio appassionato, provocatorio, ricco di informazioni e autorevoli testimonianze, Francesco Borgonovo indaga il lato oscuro della rivoluzione digitale, le sue conseguenze sul lavoro, la salute, la società. E spiega le ragioni per cominciare a dubitare di un sistema che sta trasformando il mondo in un paradiso per i robot e in un incubo per gli esseri umani.
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