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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2021
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Nel 2016 lessi un romanzo che mi piacque moltissimo, I Gillespie di Jane Harris. Ad ottobre del 2021 ho iniziato il primo romanzo della suddetta autrice, Le osservazioni. La storia di Bessy e della sua padrona, Arabella, che le chiede di tenere un diario giornaliero, mentre lei stessa studia le abitudini dei domestici e li sottopone ai più strani esercizi di obbedienza. Ho tralasciato più volte questo romanzo, terminandolo soltanto quest'oggi, non perché non mi piacesse, ma non mi catturava il giusto per dipendere da esso. Avrei voluto finirlo prima, rivivere la magia della prima volta, ma così non è stato, quindi se a I Gillespie allora diedi 5/5 stelle, per Le osservazioni il mio voto è 3 stelline e mezzo su 5. Meno incisivo, meno vittoriano nel linguaggio, sebbene raccontato da una domestica improvvisata, meno accattivante nel complesso nonostante le premesse, risulta comunque una buona lettura che mescola le tinte del giallo a quelle, a tratti, del gotico.
Ho letto molti pareri discordanti su questo libro prima di leggerlo. A me personalmente è piaciuto. Per essere un romanzo storico è molto leggero e scorrevole il che è sempre apprezzabile. La storia viene narrata dalla protagonista che essendo poco istruita parla in termini semplici e simpatica. La trama mi ha tenuta piacevolmente avvinta, per nulla scontata anche se non sconvolgente. Ho apprezzato gli approfondimenti sui due personaggi principali. Da una parte abbiamo una padrona con comportamenti stani che oscillano tra l'estremamente dolce al severo, dall'altra la servetta che proprio per il primo aspetto della padrona è mossa da un bisogno di compiacerla e di avvicinarsi a lei. Sentimenti che creano anche gelosie i insicurezze per la povera ragazza. La richiesta strana di appuntare le sue "osservazioni" su un diario e altre richieste di natura stravagante spingeranno la serva a chiedersi il reale motivo di tutto cui e quindi ad indagare. Da qui in poi emergono ossessioni, passioni, rimpianti e vecchie tragedie che getteranno un'ombra sulla loro relazione fino a far degenerare il tutto. Nel complesso lettura decisamente piacevole, anche se non pretende di essere un capolavoro.
Un romanzo,questo,ambientato nel XIX secolo,che ha il sapore oltre che della sensational fiction anche dei tradizionali romanzi inglesi ottocenteschi. Una vera narrazione storica che,non fermandosi alle apparenze,ci fornisce un quadro esauriente su quella che era la posizione della donna,fosse essa serva o padrona. Ambientato nelle verdi e brumose campagne della Scozia,in un decadente castello, dove si intreccia e si snoda la vita dei personaggi,tra presente e passato, apprendiamo la coinvolgente storia dal diario e dalle riflessioni della giovanissima servetta irlandese Bessy Buckley, che diventa cosi’,originale voce dell’io narrante,in un periodo epocale importante. A seguito della grande carestia,ci fu infatti, un grande movimento migratorio dall’Irlanda alla Scozia,dove vigeva un forte malanimo nei confronti degli immigrati che venivano discriminati nei vari aspetti del loro esistere,compresi gli aspetti linguistici e religiosi. Il linguaggio adottato dalla scrittrice,per estrinsecare la sua protagonista,è fresco,autentico ed avvincente,a volte infantile,a volte profondamente adulto,ricco di contraddizioni,di accenni di volgarità popolana e nel contempo di desiderio inespresso di innalzarsi culturalmente e di acquisire garbo e finezza lasciando dietro sé, il peso di una vita che vuole trascinare ai margini delle istituzioni. Una lettura sicuramente fluida e trainante che ci spinge fino all’immaginabile epilogo, senza farci perdere partecipazione.
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