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Dalle rovine
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Dalle rovine - Luciano Funetta - copertina
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Dalle rovine

Descrizione



Candidato al Premio Strega 2016. Presentato da Lorenzo Pavolini e Luca Ricci.

Il collezionista di serpenti Rivera, grazie a un video amatoriale, entra in contatto con l'insolita e seducente scena della pornografia d'arte. Questa esplorazione si trasforma ben presto nella discesa in un abisso popolato da figure oscure, tra le quali spicca un argentino a dir poco enigmatico: Alexandre Tapia. Proprio attraverso la frequentazione di Tapia, Rivera scoprirà un universo di abiezioni private e catastrofi collettive, vittime invisibili e carnefici rimasti impuniti.
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Dettagli

2015
19 novembre 2015
184 p., Brossura
9788867901579

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 3/5

"Dalle rovine" di Luciano Funetta è sicuramente uno dei più interessanti esordi italiani degli ultimi anni. Il romanzo, che si presenta ammantato in una splendida copertina nera al cui centro è disegnato un serpente, parla proprio di questo: di oscurità ( interiore) e di sepenti. Nonostante l'ambientazione nel mondo del porno d'autore possa trarre in inganno quei lettori che si aspettano scene troppo spinte e sconvolgenti ( che pure ci sono, ma non sono invasive o pedanti come ci si aspetta): "Dalle Rovine" è un romanzo che esplora la solitudine umana e che, attraverso uno stile curato ma semplice, riesce ad evocare un'atmosfera allucinata nella quale sguazzano tutti i suoi personaggi. Il protagonista in particolare, Rivera ( allevatore di serpenti), costituirà il fulcro della vicenda e l'oggetto di fascinazione maggiore per il lettore come per l'inquietante voce narrante collettiva. Sicuramente non si tratta di un romanzo perfetto ma direi che come esordio è davvero promettente.

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Paola Brasu
Recensioni: 4/5

Sebbene col tempo abbia imparato a diffidare dal prestigio che può dare ad un libro la candidatura al premio Strega e dalla troppa esaltazione generale per gli esordienti non ho saputo resistere alla tentazione di leggere Dalle rovine... e non me ne sono pentita! La storia, grazie anche alla particolarissima voce narrante, è una narrazione di solitudini che fin dalle prime pagine trasmette una costante inquietudine che fa sembrare parti della storia un incubo ad occhi aperti (tra l'altro la scoperta del protagonista del mondo della pornografia d'arte è gestita in una maniera tale da non scadere mai nella 'banalità' o nel voyeurismo).

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Recensioni: 4/5

A inizio 2016 ho letto un articolo in cui il giornalista, intervistando alcuni editor, chiedeva le opere dell'anno appena concluso che a loro giudizio meritavano di essere segnalate. Tra le setto-otto risposte, per la categoria esordienti, quasi tutte nominavano Luciano Funetta e il suo primo romanzo edito da Tunué. Il titolo: Dalle rovine. Non ne avevo mai sentito parlare e mi sono incuriosito. Il libro era uscito solo a ottobre e quella contemporanea unanimità di giudizio valeva qualcosa di più di una classifica di fine anno. Ho cercato le recensioni e i commenti già in circolazione. Erano disponibili anche alcune interviste all'autore. Ne emergeva un romanzo ambientato nel mondo del porno. Un tale, un certo Rivera, allevava serpenti velenosi e, in un modo che giustamente non veniva rivelato, entrava in contatto con certi personaggi estremi dell'hard di autore. I loro nomi erano in qualche modo evocativi: Birmania, Laudata, Tapia, Traum. Pareva, inoltre, che il romanzo avesse un che di orrifico e sanguinario, che più che una forma di ossessione o perversione sessuale fosse la solitudine ad accumunare i protagonisti. Veniva anticipato che la voce narrante era un "noi" straniante pronunciato da una collettività di fantasmi, l'ambientazione in una città fantastica di nome Fortezza, le atmosfere tetre e cupe. La solitudine di Rivera veniva portata all'estremo, alle porte dell'indicibile. Veniva richiamata l'influenza dello scrittore cileno Roberto Bolano. A questo punto ho deciso di acquistarlo, entro un paio di giorni ne possedevo una copia che ha sopravvanzato tutti i miei libri già in attesa di lettura. In un paio di settimane l'ho finito e ora posso dire a mia volta che il romanzo di Funetta merita di essere inserito tra i più interessanti del 2015, al di là dell'appartenenza alla categoria degli esordi. Certamente sorprende che un autore esordiente sia in grado di proporre un'opera solo apparentemente semplice, solo apparentemente costruita attorno a un tema ammiccante, ma che invece presenta una complessità di lettura e significati abilmente sublimati e nascosti, come solo i narratori più esperti e già affermati sono in grado di fare, associando l'immediatezza del testo alla lenta assimilazione di un significato più profondo, intenso. E proprio così bisogna leggere Dalle rovine, in modo intenso, profondo, parola dopo parola, riga dopo riga, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, sapendo che nessun elemento è casuale, che il meccanismo è fin troppo perfetto, che Funetta mai ci svelerà direttamente, apertamente, spiegandocela, la vera materia attorno a cui è costruito il racconto. Ma lì saremo condotti e occorre destare i sensi, come se ci trovassimo davvero in un mondo spettrale e pericoloso che mette a repentaglio la nostra vita. Occorre essere attenti e pronti. Occorre capire che quando il regista Laudata dice che lui non fa film porno, che i suoi film sono "...storie d'amore e di terrore, due parole diverse per dire la stessa cosa" ci presenta per la prima volta la frattura che verrà sempre più dilatata, sulla quale dovremo affacciarci per guardare il baratro, capire il terrore che emana dall'oscurità. Dal momento in cui, tra le carte di Birmania, Rivera ritroverà un dossier che riguarda Tapia, il suo passato e l'oscura sceneggiatura del film che ha scritto e che lo stesso Rivera è chiamato a interpretare, i suoi occhi saranno i nostri. Allora, come Rivera, dovremo renderci conto che quello che abbiamo guardato finora, quello che ci ha inorridito, che ci è parso pretestuoso e insensato, è la semplice realtà che accettiamo quotidianamente, ciò che impersoniamo ogni giorno. E come Rivera torna a essere solo e abbandonato da tutti i suoi sodali e si lascia attrarre dal baratro in fondo al quale lo attende Tapia, per affiancarlo, fondersi con lui dopo averne compreso l'origine, anche noi dovremo fare lo stesso. Persino quel fantasma collettivo, quel "noi" misterioso non può più seguirlo. Persino noi lettori lo lasciamo andare, ma nel momento dell'abbandono dovremo aver compreso cosa è successo, dovremo fare in modo che il maggior merito di Funetta, assieme a una coerenza linguistica impressionante, non sia vano: quello di mostrarci un'apparente oscenità per svelarcene una più grande e terribile. Sapendo che a qualsiasi talento serve anche fortuna e magia, sperando che si ripeta, che ci inganni ancora, sapientemente e imprevedibilmente, come ha fatto la prima volta.

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Conosci l'autore

Luciano Funetta

1986, Gioia del Colle

Luciano Funetta, classe 1986, vive a Roma. Fa parte del collettivo di scrittori TerraNullius. Ha pubblicato racconti su «WATT», «Granta Italia», «Costola» e altre riviste. È tra gli autori di Dylan Skyline – dodici racconti per Bob Dylan (Nutrimenti, 2015) e di Dalle Rovine (Tunué 2015), candidato al Premio Strega 2016.

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