Siamo tutti completamente fuori di noi

Sembrerebbe la storia di una famiglia come tante, quindi genitori e figli, eventi più o meno lieti, momenti d'armonia e scontri generazionali. C'è però un elemento originalissimo e qui più che mai il lettore va protetto affinché eserciti il diritto esclusivo di arrivare alla "scoperta" con i propri occhi, pagina dopo pagina. Alla luce di una tale rivelazione si chiariscono via via snodi ed esiti nello sviluppo dei personaggi e il racconto stesso scavalca gli steccati che lo contengono in uno specifico genere letterario. Appassionante, ben scritto, dopo averlo concluso vi si rimane comunque avvinti come in una specie di limbo. Molto umano e forse per questo così crudele e tenero insieme.

Sarà un caso, ma tutti i romanzi che mi sono piaciuti di più quest'anno hanno in comune tre caratteristiche: 1) sono saghe familiari, o comunque la narrazione ruota intorno alle vicissitudini di una o più famiglie e ai rapporti fra i loro componenti 2) hanno una narrazione non cronologica, con salti temporali, flashback, flashforward, anticipazioni, e in almeno un caso frequenti cambi nella voce narrante (non aggiungo poi l'ultima caratteristica, perché sarebbe uno spoiler) 3) introducono, in modo più o meno marginale e più o meno positivo, uno stile di vita alternativo Siccome non posso dire più di tanto su questo romanzo senza rovinare la sorpresa a chi non abbia ancora letto le varie descrizioni della trama (non fatelo! non fatelo!) posso solo dire che è davvero bello, quindi leggetelo.

Libro bellissimo e fuori dal comune nel quale mi sono imbattuta per caso, costellato di “sorprese” ma anche di scienza, di quella semplice, che anche un bambino può comprendere senza stare lì ad arrampicarsi sugli specchi. Inizia dal centro, quando Rosemary ha circa 22 anni, frequenta l’Università in California, viene arrestata quasi per sbaglio per avere fatto una cosa innocua ma molto stupida e si mette a cercare le ragioni per le quali è diventata così, silenziosa, solitaria, un po’ scorbutica, a volte irritabile, istintiva, sempre imprevedibile. E la storia va all’indietro, ripartendo dal momento il cui la sorella scomparve nel nulla e il fratello fuggì via lontano. A poco a poco si fa conoscenza con la famiglia di Rosemary, una famiglia molto originale, padre scienziato, madre pure, una grande fattoria piena di gente, caos ovunque, Rosemary bambina legata a doppio filo alla sorella, intervallata da Rosemary adolescente poi quasi adulta con la sua banale esistenza di studentessa, con grandissimi buchi nel passato che vanno riempiti. Di cosa, lo svela il libro verso la metà e non è facile arrivarci all’inizio, anche se gli indizi sono in realtà disseminati ovunque. Alterna capitoli di infinita leggerezza ad altri scioccanti, duri e di enorme profondità, sia nei rapporti interpersonali tra esseri umani, che nelle relazioni tra persone e natura, natura che vince sempre su tutto e che non si può piegare al nostro volere, se non per poco, se non ad un prezzo altissimo che prima o poi dobbiamo pagare. Prendetela così, qualunque cosa in più io dica, rovinerebbe a chi vuole leggere questo libro, il piacere di scoprire le cose a poco a poco, di arrendersi a ribaltare le convenzioni, di concepire famiglie diverse rispetto a quelle un po’ banalotte che siamo abituati a vedere e a vivere. Ultima pagina da premio Pulitzer, consigliato a chiunque, una bella squassata di realtà e coscienza tanto romanzata da poter anche essere vera, un frullatore di emozioni e di schemi, non può lasciare indifferenti, voto 9.