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Finalmente un romanzo e un autore capaci di suscitare delle emozioni. Perché non basta raccontare pagine della propria vita, pensandola eccezionale, per scrivere un libro. Bisogna sapere inventare nuove storie e regalarle agli altri . È necessario che il lettore trovi qualcosa di originale in una storia raccontata , nuovi spazi in cui misurare la propria esistenza. La ruggine è tutto questo e c'è della genialità nell'invenzione.
“Questa storia racconta di un paese tutto bianco su una costa che riflette il mare. Quel paese si chiama Sirolo. Davanti a Sirolo c’era un’isola che adesso non c’è più. Per arrivare là, si incontrava un ponte di barche su cui Nicola raccoglieva le sabbie del mondo. Anche quel ponte adesso non c’è più”. Recita così “La ruggine”, terzo romanzo di Devis Bellucci, fresco d’uscita nelle librerie per l’editore A&B. Dopo “La memoria al di là del mare” (Giraldi Editore) e “L’inverno dell’alveare”, pubblicato sempre dai tipi A&B, l’autore modenese, una laurea e un Dottorato in Fisica, continua ad in incantare con una storia ambientata a ridosso dell’ultima guerra mondiale tra l’Emilia, il Po e Sirolo, perla della Riviera del Conero. Abilissimo nel dosare poesia e sogno, in uno stile che sorprende per la varietà dei toni, l’autore ci racconta di uomo intento a salvare un’isola che si sciogliendo e di un altro che protegge il colore della terra, nella sua casa sul Po. Le loro vite vengono attraversate dalla fuga della giovane Teresa, che impara a leggere sui nomi dei morti per portare a galla le parole di un vecchio amore. L’abilità pittorica dell’autore dà il meglio di sé in una storia dalla forza inconsueta, che prende forma pur restando sfuggevole pagina dopo pagina, che si legge d’un fiato”.
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