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Sono un architetto – antropologo olandese, innamorata di Roma dove per le mie ricerche vengo dal 1984 e di cui conosco bene anche le periferie. In particolare amo Testaccio dove trascorro periodi sempre più lunghi di ricerca, e perciò ho letto tantissimi libri su Testaccio. Per me Ponte Sublicio -Storie di Testaccio è un libro veramente speciale. Mancinelli parla del quartiere dove è nato, le storie si riferiscono a un periodo di quasi cinquant’ anni fa e mi ha fatto vivere il quartiere di allora come se mi accompagnasse. Egli illustra chiaramente il valore aggiunto della memoria rispetto alla storia. La storia ci può dare informazioni ma se manca la vivacità del presente, è morta. D’altronde la memoria si manifesta in diverse vere storie, ma è capace di collegare il passato con il presente. Le diverse storie dalla memoria fanno sporgere le antenne, fanno sentire il quartiere come era e com’ è. Inoltre il linguaggio diretto e quotidiano che lui usa, lo stile elegante e sintetico mi hanno colpito direttamente. Cosí Testaccio vive ancora come milieu de mémoire, sebbene il famoso scienziato Pierre Nora ha suggerito che les lieux de mémoire sono i sostituti artificiali per i milieux de mémoire che non esisterebbero più. Secondo me ha sbagliato. Non potrò mai più passare il ponte Sublicio o salire il Monte dei Cocci senza immaginarmi le avventure di Mancinelli e di molti altri, non scritte. Viva Testaccio. Anna Vos
Leggere Ponte Sublicio per me è stato come prendere una macchina del tempo che mi ha riportato non a tempi e luoghi sconosciuti ma a quelli della mia gioventù. Una rivisitazione emozionante per me “testaccino” nel ricordare luoghi, giochi e persone. L’autore mi ha regalato flash luminosi quando ricorda le strade, le scuole, quel clima di allora fatto di amicizie e di cose semplici, la “guardia cattiva” che sequestrava i palloni così come la povera “signora con l’ombrellino”. La cura nella descrizione e l’affetto che l’autore porta a luoghi e persone fanno di questa opera un libro godibile ed emozionante anche per chi non fosse di Testaccio, anzi nel riscoprirne i luoghi e la loro storia ne realizzano una “guida” di raro spessore letterario.
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