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Lui fa l’operaio alla Breda, a Milano, e lo chiamano Husky per via dei suoi strani occhi chiari. Lei è la figlia di una famiglia romana benestante, la bella e spregiudicata Costanza. La loro prima vittima è Enea Cassini, un magistrato che indaga sull’Autonomia milanese: ucciso a sangue freddo con tre colpi di pistola. E in quel cupo inizio degli anni Settanta, per chi sceglie la lotta armata non c’è ritorno. Husky e Costanza, assieme a un manipolo di amici, sono usciti da Lotta Continua per fondare Prima Linea e sono decisi a punire o eliminare, con le loro operazioni, i «nemici del popolo». All’inizio è un’avventura che salda la loro relazione e i rapporti con gli altri compagni in un potente coagulo di passione e sangue, lealtà e missione. Poi cominciano le liti all’interno del gruppo e, con altre formazioni, la vita diventa clandestina, il pericolo si aggrava. Finché Husky capisce che non sta più combattendo per un ideale come credeva: l’unica cosa che gli interessa ormai è l’amore di Costanza. E lei, invece, per cosa combatte? Crepet fa rivivere con accuratezza una stagione di terrorismo, scontro politico, fermento sociale, accendendo uno sguardo partecipe anche sugli amori e i tradimenti, le speranze e gli orrori. Strappa la patina opaca del passato per indagare la verità di una gioventù tragicamente perduta eppure simile, negli slanci e nelle illusioni, a quella di ogni tempo. E restituisce la guerra civile italiana degli anni Settanta a tinte forti e inattese, come un’immagine restaurata che torna in vita per occhi nuovi e nuove riflessioni
Il sogno lucido, un mondo onirico in cui è possibile manipolare le dinamiche della narrazione a proprio piacimento. È questa l'immagine utilizzata dall'autore come metafora della felicità assoluta, una meta utopica che permette di non abbandonarsi alle avversità quotidiane. Con la sua prima raccolta di poesie, Nico Gioli ci invita nel suo cammino tormentato verso il miraggio della beatitudine.
La storia mai raccontata del tempo procidano di Elsa Morante. Elsa non cercò Procida, e Procida non cercò Elsa. Semplicemente si riconobbero all'istante. Un'emozione di qualche secondo, destinata a durare in eterno. "Un libro straordinario sul legame viscerale della grande scrittrice con l'isola ‘favolosa'" Paolo Mieli “Due donne. Un'isola, i sentimenti, forse l'amore; sicuramente un filo fatto di scrittura, appassionata e attenta, gentile e fortissima. La scrittura, delicata e profonda, fragile e potente; forse l'amore, il battito sottile di due cuori che non si sono mai incontrati ma che hanno lo stesso battito. Due donne, le parole e il loro suono, come il mare sugli scogli. Due donne, un'isola, i sentimenti e la scrittura. Un libro che inizia e non finisce. Come la vita.” Maurizio De Giovanni
Introduce Veronica Galletta
Livorno, 1984. Dante Fanti ha sei anni quando scopre di avere una rara anomalia congenita detta situs inversus: i suoi organi interni sono messi al contrario. E come può allora la vita scorrere dritta se lui è così sbagliato? Non un quadrifoglio in mezzo ai trifogli come lo definisce il babbo Leonardo, per rassicurarlo, ma un corpo inverso che trova un senso solo nell’immagine che lo specchio gli rimanda. Peccato che non esista uno specchio per raddrizzare anche la vita. È ancora un bambino, infatti, quando per l’amato padre, accusato di omicidio, si aprono le porte della prigione. Con una madre per cui è invisibile e la solitudine generata dallo stigma di avere un papà così, Dante cresce e si affaccia all’età adulta con un unico pensiero a cui rimanere aggrappato: il momento in cui il babbo riacquisterà la libertà. Ma il momento arriva e si trasforma in tragedia, e la felicità, che sembrava a portata di mano, si allontana una volta di più. Per sopravvivere Dante dovrà dissipare la nebbia che avvolge il passato e guardarsi dentro, in quel corpo inverso, per rimettere finalmente ordine, per trovare l’immagine di sé che ancora gli sfugge e che lo può salvare.
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