La ragazza che giocava con il fuoco. Millennium. Vol. 2

La facilità di lettura avviene grazie all'audio libro. La storia in sé é bella, i vari passaggi e la spiegazione del lavoro tra giornalisti, studiosi, mass media, poliziotti e sicurezza privata sono il punto forte. La narrazione molto lenta e ripetitiva, si sofferma troppo sulle singole azioni dei personaggi spesso superflue. Altro punto a favore sono le relazioni personali, c'é molta libertà di azione, soprattutto da parte di Mikael e il marito di Erika. Non si sofferma a giudicare se non attraverso l'occhio brusco e malato degli uomini che odiano le donne.

Ho tardato qualche anno prima di procedere con il secondo libro di questa trilogia. E' un buon libro, ma ha dei difetti evidenti, che si potrebbero riassumere in "scarsa credibilità". Nel primo terzo i personaggi continuano ad incontrarsi casualmente, come se Stoccolma fosse un paesino, succede troppe volte. L'amicizia di Lisbeth con Paolo Roberto (del quale si sa davvero troppo poco) è a dir poco forzata. Il personaggio del gigante biondo è ai limiti del cibernetico. E la balistica nel finale è un po' troppo "ottimista". E' comunque un libro interessante

Forse l'unico appunto che si può sollevare a questo secondo capitolo della saga "Millennium", è che è un po' troppo prolisso, in alcune sue parti, inevitabile forse in un libro di settecentocinquanta pagine. Ma per chi ha amato il primo romanzo è obbligatorio divorare anche questo, soprattutto per scoprire sempre di più sulla misteriosa Lisbeth. Infatti la vicenda che ruota attorno alla giovane hacker assume contorni sempre più inquietanti, con profili di spionaggio internazionale. E il mistero lascia aperte molte domande.