Per chi di voi ha visto il film, ed è terribilmente indeciso se comprarlo o meno, lo faccia. A parte la performance di Ben Barnes, il film non è stato il capolavoro che è il suo “creatore”; anzi, quasi l’opposto del libro: tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito parlare di Dorian Gray, giovane enigmatico di strabiliante bellezza che ha ceduto la propria mortalità ad un quadro. Ma soltanto alcuni conoscono i demoni che tormentano il giovane protagonista, li hanno sentiti strisciare sulle loro spalle, le voci diaboliche che gli sussurrano di andare contro la sua stessa razionalità, e il bene che, contro ogni speranza, continua a tirare a sé la vita pura ed innocente corrotta dalla società di quel tempo. Questa storia è più profonda di quanto possiate pensare, e la chiamata dell’abisso è più forte e lampante di tutta l’oscurità che lo circonda. La trama, con molto stupore e per quanto semplice possa risultare, può essere applicata anche alla realtà che stiamo vivendo oggigiorno, piena di tentazioni a cui l’uomo vorrebbe cedere senza ripensamenti. La parte migliore, a mio parere, è scoprire che i veri protagonisti di questa storia siano proprio loro, accompagnati dalla voce della coscienza. Questo libro, come ogni altro, ha il potere di lasciare un segno che durerà nel tempo grazie alla scrittura accurata e sublime di Wilde, che di certo non delude i suoi lettori, a cui sembra tendere le mani per cedere un pezzo della sua anima. Il motivo per cui amo oltre ogni confine questo autore, giace nelle sue opere, nei suoi scritti, che all’occhio umano paiono confessioni, rivelazioni così sottili da nascondersi tra quelle parole che egli racconta, nella bellezza della natura, nell’arrivo della primavera. Wilde lo sapeva e lo inchiodò tra le pagine di questo libro: “il mondo è suo, per una stagione.”
Dorian Gray, un giovane di straordinaria bellezza, si è fatto fare un ritratto da un pittore. Ossessionato dalla paura della vecchiaia, ottiene, con un sortilegio, che ogni segno che il tempo dovrebbe lasciare sul suo viso, compaia invece solo sul ritratto. Avido di piacere, si abbandona agli eccessi più sfrenati, mantenendo intatta la freschezza e la perfezione del suo viso. Poiché Hallward, il pittore, gli rimprovera tanta vergogna, lo uccide. A questo punto il ritratto diventa per Dorian un atto d'accusa e in un impeto di disperazione lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto: il ritratto torna a raffigurare il giovane bello e puro di un tempo e a terra giace un vecchio segnato dal vizio.
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Edizione:5
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Anno edizione:2003
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Beatrice Acocella 07 marzo 2017
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MAFALDA ELISA LA GALA 18 ottobre 2012
Metaforico e travolgente, il ritratto di Dorian Gray va assaporato alla luce del contesto storico nel quale si inserisce ed in parallelo alla vita di Oscar Wilde, scrittore singolare nello scenario della letteratura anglosassone. Molti, infatti, sono i riferimenti alla sua vita ed alle sue inclinazioni e posizioni, nonché alle sue passioni. Questo ritratto che diviene deforme col passare degli anni, di contro alla spudorata giovinezza di Dorian, rimanda alle posizioni di Wilde rispetto alla bellezza, un elogio alla giovinezza ed alla follia. Il tragico e demoniaco finale del racconto incitano alla riflessione prima e profonda del messaggio intriso nell'opera: l'adorazione della giovinezza confligge con il percorso biologico della vita, che va accettato con consapevolezza investendo prima di tutto sul proprio aspetto interiore, il cui splendore non tramonterà mai e verrà ricordato in eterno... ... proprio come l'omonima traslazione filmica che ha reso ancor più noto Wilde ed il suo capolavoro.
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Mariateresa Romeo 06 settembre 2010
E' in assoluto il mio libro preferito, anche se bisogna fare attenzione al periodo della propria vita in cui si sceglie di leggerlo. Il rischio è quello di lasciarsi trasportare troppo da un pensiero così crudo che Wilde aveva della vita, pur trovandomi d'accordo con moltissime delle sue idee. E' secondo me un capolavoro che tutti dovrebbero possedere.
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