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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 1987
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Era un Ludovico Ariosto maturo, quello che compose le Satire tra il 1517 e il 1525, ritoccandole fino al 1530. Aveva già scritto la prima versione dell’Orlando furioso, due commedie in prosa, e rivestiva l’incarico di sovrintendente ufficiale agli spettacoli di corte degli Estensi. Un Ariosto maturo e famoso, quindi, ma non sereno e pacificato nei suoi rapporti con il mondo, con i Signori di cui era alle dipendenze, con la diplomazia e con il Papato. Nelle Satire – profondamente innovatrici nella forma e nei contenuti rispetto alla sua precedente produzione letteraria – venne a esprimere dunque il suo disappunto, l’amarezza, l’ironia verso quella società cortigiana da cui si sentiva condizionato, pressato e sfruttato, economicamente e ideologicamente: con toni tuttavia più bonari che bellicosi, e con una esplicita finalità etica. L’editore Einaudi, che le aveva pubblicate nel 1987, le ripropone ora in una nuova edizione aggiornata, sempre con la stessa introduzione, le note, il commento e la bibliografia di Cesare Segre, che le aveva definite “opera con uno schema energicamente biografico, e un investimento morale altrettanto forte”. Il risentimento espresso nelle Satire è soprattutto verso quei potenti che, pretendendo dal poeta servigi in missioni diplomatiche lontane dalla città e dalla donna amata, gli impedivano di attendere alla sua opera come avrebbe voluto, coinvolgendolo in situazioni e in pratiche detestate e biasimevoli. Ariosto si dichiarava pronto alla rinuncia di ogni privilegio, pur di poter mantenere la libertà e la tranquillità: “Più tosto che arricchir, voglio quïete”, “Chi brama onor di sprone o di capello, / serva re, duca, cardinale o papa; / io no, che poco curo questo e quello”. Nella piacevolezza delle descrizioni naturali, nell’elogio della vita semplice e nel rifiuto di ogni enfasi, le Satire rivelano il debito verso la poesia di Orazio, sia nella scelta della forma epistolare, sia nella franchezza e linearità del tono colloquiale.
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