Satire - Ludovico Ariosto - copertina
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Letteratura: Italia
Satire
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Descrizione


Sorta di “diario in pubblico”, le Satire di Ariosto sono un capolavoro di ironia e arguzia, la rivoluzionaria riproposta di un genere nobile e antico. Scritta nell’arco di nove anni, questa piccola raccolta coincide con un periodo non particolarmente felice della vita di Ariosto, costretto dopo aver rotto i rapporti col suo protettore, il cardinale Ippolito d’Este, a ricoprire il ruolo di governatore in una regione allora selvaggia come la Garfagnana. Ma l’amarezza da cui le Satire nascono si trasforma nei suoi versi in favola, riflessione morale, conversazione bonaria: in uno dei monumenti, insomma, dell’umanesimo cinquecentesco. Arricchiscono questa edizione la ricca introduzione e l’attento commento di Guido Davico Bonino.

Dettagli

Tascabile
28 marzo 1990
128 p.
9788817167611

Valutazioni e recensioni

  • GIANLUCA COGONI

    La satira, secondo gli intellettuali romani, era l'unico genere letterario totalmente latino, poiché non mutuato da modelli greci (v. Quintiliano, rètore latino del I sec. d.C.). Scrissero satire sia autori antichi (Orazio, Persio, Giovenale, etc.), sia autori moderni (Boileau, Alfieri, etc.), tra i quali L. Ariosto. Egli, tra il 1517 e il 1525, compose, in terza rima, sette piacevolissime e argute satire, nelle quali il poeta racconta il proprio rifiuto nel seguire il cardinale Ippolito d'Este in Ungheria e la conseguente rottura con lo stesso (satira 1), affronta il tèma della vita cortigiana (satira 2), analizza il proprio lavoro e il diniego della carriera ecclesiastica (satira 3), si lamenta della sua condizione in Garfagnana (satira 4), discorre della vita coniugale (satira 5), chiede al letterato Pietro Bembo consulenza su un insegnante di greco per il figlio (satira 6), spiega le ragioni del suo rifiuto verso l'incarico di ambasciatore della famiglia d'Este a Roma ed esprime il desiderio di rientrare a Ferrara. La lunghezza delle satire varia da 181 a 328 versi. Guido Davido Bonino, docente di Storia del teatro nell'ateneo torinese, correda il testo di un puntuale commento e di un'essenziale introduzione.

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Foto di Ludovico Ariosto

Ludovico Ariosto

1474, Reggio Emilia

Il padre, il conte Niccolò Ariosto, di famiglia nobile ma non ricca, era capitano della cittadella di Reggio nell'Emilia. Qui, dal 1500 al 1503, Ludovico avrebbe avviato una carriera militare per mantenersi e successivamente, fino al 1517, avrebbe svolto il servizio presso il cardinale Ippolito d'Este, fratello del duca Alfonso I. Fu indirizzato dal padre allo studio delle leggi ma, dopo cinque anni di studi stentati, riuscì ad ottenere dal padre il permesso di dedicarsi a tempo pieno alla letteratura.Nel 1500 il padre morì e l'Ariosto, come primogenito, dovette provvedere al mantenimento di una famiglia che era ben numerosa.Con l'aiuto del fratello Galasso, imparò ad amministrare i beni di famiglia, procurò una sistemazione a fratelli e cospicue doti alle...

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