SceKspir al BeKKa. Romeo Montecchi dietro le sbarre dell’Istituto Penale Minorile Beccaria - copertina
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SceKspir al BeKKa. Romeo Montecchi dietro le sbarre dell’Istituto Penale Minorile Beccaria
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Descrizione


Milano. Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria. Un gruppo di giovani detenuti dell’area penale interna ed esterna, con la complicità di studenti dell’università Statale di Milano e giovani attori della compagnia Puntozero, portano a giudizio Romeo Montecchi per l’omicidio di Tebaldo Capuleti secondo le procedure del vigente Codice del processo penale minorile. SceKspir al BeKKa presenta questa insolita aula di tribunale e illustra, anche grazie a una suggestiva galleria fotografica, un’avvincente esperienza di teatro in carcere. Un drammaturgo, William Shakespeare o, come si dice al BeKKa, «Scekspir», autore di storie e personaggi di grande attualità, capaci di parlare ai giovani d’oggi. Una tragedia, Romeo e Giulietta, riletta attraverso sguardi diversi la cui sinergia ha un forte impatto sui ragazzi, detenuti e non. Una collaborazione tra Dipartimento di Lingue e letterature straniere dell’Università degli Studi di Milano, APS Puntozero e IPM Beccaria. Un modello innovativo di laboratorio teatrale. Un ponte tra dentro e fuori. Uno strumento per sensibilizzare i giovani sui temi della detenzione e della pena, generalmente ignorati dal nostro sistema scolastico.

Dettagli

24 novembre 2020
212 p., ill. , Brossura
9788867997077

Valutazioni e recensioni

  • Non solo ho letto questo bellissimo libro, ma ho anche partecipato al progetto descritto. Scekspir al Bekka racconta di un'idea, di un sogno, che grazie a diversi professionisti e a delle incredibili professoresse è diventato realtà: creare un ponte tra carcere e società. Questo libro dimostra che è possibile non escludere le carceri dalla realtà cittadina, che è possibile una rieducazione basata su un'idea di recupero affettivo, culturale e sociale. Quindi, oltre a consigliarne vivamente la lettura, vorrei nuovamente ringraziare le professoresse Maria Cristina Cavecchi e Margaret Rose per aver portato i loro studenti in carcere e per aver insegnato loro che il rapporto con l'altro è la cosa più importante, anche nel proprio percorso di studi. Le ringrazio per il coraggio che hanno avuto, perché per portare degli studenti all'interno di un istituto penale serve coraggio, determinazione ed impegno. Grazie per avere dimostrato che l'arte acquisisce un senso molto più ampio se diventa fonte di scambio, confronto, rivalsa e, soprattutto, libertà.

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