Questa edizione della Donzelli, con 62 tavole originali dell'illustratrice francese Aurélia Fronty, è un vero e proprio gioiello. Affianca due versioni: quella originale ed estremamente visionaria e molto lirica di Hoffmann e quella più narrativa di Dumas. Nella sostanza della trama non cambia granché, perciò un po' la concentrazione si disperde nella seconda parte (quella del racconto di Dumas), con un senso di dèja vu o dèja lit - come preferite. Tuttavia, in entrambi casi è un capolavoro di scrittura, e definirlo "fiaba" è riduttivo. È anche vero che è la nostra concezione della fiaba a sminuirne l'alto valore letterario. La storia di Marie, di Fritz, del padrino Drosselmayer, della signora Mauserink, della principessa Pirlipat, della noce krakatuk e del valoroso Schiaccianoci fanciullo e principe guerriero, delle bambole, degli ussari, dei fiumi di miele e delle case di marzapane avvince non per il suo contenere una morale (che non c'è) ma per il suo senso di magia, dimensione altra eppure così vicina. La fantasia, insomma, ha lo stesso potere creatore dell'amore.
Lo Schiaccianoci. Una fiaba di Natale
Da dove viene quell'omino di legno dalla potente mandibola, capace di frantumare anche le noci più dure, che fa la sua comparsa ai piedi di uno scintillante abete la notte di Natale nella dimora di Marie e Fritz? E se improvvisamente quel congegno prendesse vita e ingaggiasse una battaglia a colpi di sciabola, a capo di un esercito di soldatini di piombo, tamburini e pupazzi di marzapane, contro il terribile e vendicativo re dei topi? Non smette di incantare la storia dello Schiaccianoci, uscita dalla penna di Hoffmann nel 1816 e divenuta presto un classico della fiaba di tutti i tempi. La sua fortuna si legò anche a quella di un indiscusso maestro dell'affabulazione, Alexandre Dumas, che nel 1845 seppe raccontarla da par suo. In questa edizione, che affianca le due versioni, il lettore potrà seguire le vicende dell'omino di legno, apprezzando la potenza visionaria che sostiene la narrazione di Hoffmann e lasciandosi catturare dalla piacevole scorrevolezza della prosa di Dumas. A sancire la popolarità dello Schiaccianoci fu proprio il padre dei "Tre moschettieri", alla cui versione è ispirato il celebre balletto musicato da Cajkovskij nel 1892. Da allora, la storia ha conosciuto innumerevoli reinterpretazioni, dalla danza al cinema ai cartoni animati - passando da Nureyev a Disney -, al punto che nessuno sembra più ricordare come tutto ebbe inizio. Età di lettura: da 10 anni.
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Anno edizione:2011
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