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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2012
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Credo che l’unico aspetto che mi accomuni a Jules Maigret sia la innata sfiducia nei politici; anche il celebre commissario cerca di starne alla larga, consapevole dei doppi giochi che spesso caratterizzano il loro operato, ma quando, dopo circa un mese che era crollata un’ala di un sanatorio seppellendo numerosi bambini deceduti nell’occasione, riceve una telefonata serale dal ministro dei Lavori Pubblici che chiede il suo aiuto, per quanto dubbioso e titubante va all’appuntamento. In un’abitazione privata si incontra così con un uomo simile a lui nella stazza e perfino nelle origini, un avvocato che viene dalla provincia e che gli racconta della sparizione misteriosa di un documento, il rapporto Calame, che molto ha da dire sulla disgrazia accaduta. Auguste Point, così si chiama il ministro, fa una buona impressione sul commissario che finisce per credergli e per accettare l’incarico di togliere il politico dal fuoco in cui è caduto con il furto del predetto documento che aveva temporaneamento depositato proprio nello stesso appartamento nell’attesa di consegnarlo al Presidente del Consiglio. Come è possibile comprendere, è un’indagine per niente facile, dovendo procedere come su un campo minato, e Maigret dovrà giocare d’astuzia più del solito, cercando di mantenersi sereno e di tenere un dignitoso comportamento diplomatico. E’ inutile che aggiunga che il commissario ancora una volta chiuderà positivamente un caso in cui, fatto insolito, non ci sono omicidi. Maigret e il ministro è quindi un poliziesco strano, ma ha una sua ben costruita suspense che lo rende avvincente dalla prima all’ultima pagina.
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