La moglie di troppo

“Forse mi avrebbe scelto anche se non avessi interpretato una parte. Forse gli sarebbe piaciuta perfino la vera me, quella che si fa strada e riemerge solo ogni tanto.” Jane è la nuova dog sitter di Thornfield Estates, in Alabama. Eddie Rochester non ha un cane, ma ne adotta uno dopo aver incontrato Jane – o meglio, dopo averla quasi investita. Entrambi avranno modo di diventare intimi molto in fretta, al punto da destare sospetti in chi conosceva Bea, la prima moglie di Eddie, scomparsa in circostanze misteriose. Ma per quanto Eddie e Jane possano entrare in intimità, non si conosceranno mai davvero. Perché entrambi hanno qualcosa da nascondere. O qualcuno. “La moglie di troppo” è un retelling in chiave thriller, ambientato ai giorni nostri, di “Jane Eyre”. La protagonista non assomiglia molto a Jane, pur avendo avuto un’infanzia altrettanto drammatica, ma gli altri personaggi richiamano in maniera più evidente i loro alter ego. Devo ammettere che ho gongolato ad ogni citazione del romanzo e, per amor di cronaca, vi dico che ci sono anche un paio di rimandi a “Cime Tempestose”. Rachel Hawkins è affezionata alle sorelle Brontë e non ne fa un mistero. Non che la cosa mi dispiaccia, anzi: era ciò che mi aspettavo, e mi sono avvicinata al romanzo per questo motivo. Il cuore che l’autrice ha messo fra le pagine è proprio la parte migliore del libro. Non è certamente un capolavoro, ma è un romanzo molto scorrevole e non vedevo l’ora di scoprire come sarebbe andato a finire. Mi ha tenuto compagnia in una giornata particolarmente solitaria e si è lasciato divorare. Ve lo consiglio se amate “Jane Eyre” e pensate che potesse avere di meglio rispetto a Rochester, se siete dei lettori occasionali di thriller e se avete bisogno di una lettura leggera in cui tuffarvi.

Molto avvincente. Una buona scrittura per una trama dai risvolti imprevisti e dai continui colpi di scena. Un thriller coinvolgente.